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Indice dei testi | home page

 

Renata Ronchi

Vincenzo Rosati: epistolario, in: "Notizie dalla Delfico", 2005/3

 

1. Biografia

2. Donazione Rosati 3. Epistolario 4. Indice
 

 

3. Lettere e documenti del “Fondo Rosati”


Avvertenze

L’epistolario Rosati in dotazione alla Biblioteca Delfico ,la sezione più ricca di informazioni essenziali per un lavoro di analisi, comparazione, indicizzazione e schedatura della raccolta donata dall’eclettico personaggio nativo di Ponzano, è contenuto in 4 buste conservate nell’archivio dei Fondi antichi. In ogni busta vari fascicoli numerati in ordine progressivo. In ciascun fascicolo: lettere, cartoline, opuscoli, documenti, raggruppati in base al nominativo del mittente.

Nel riportare il  contenuto del materiale esaminato ho seguito l’ordine cronologico.

Quindi per ogni missiva: nome del mittente, località di provenienza, data di invio, nome e indirizzo del ricevente, collocazione (numero della busta e numero del fascicolo).

Ho trascritto per intero le lettere risultate in prima analisi più brevi e/o più significative, mentre delle altre ho riportato una sintesi. L’epistolario in possesso della biblioteca costituisce comunque solo una parte di un nutrito corpus in possesso di famigliari ed amici e una sua ricomposizione favorirebbe una lettura più completa ed interessante.

Insieme alla lettere ho elencato  e descritto anche alcuni documenti di particolare interesse.

1) Alfonso Muzii, da Castellammare Adriatico, 23 Febbraio 1885, a Vincenzo Rosati, Napoli, Riviera Santa Lucia, 92; cartolina postale urgente; busta 3, fascicolo 4

Caro Vincenzino. Oggi per pacco postale ti ho spedito alcuni disegni. Li farai vedere a Cacciapuoti, giusta l’ultima tua. Spero che siano di tua soddisfazione. Comprenderai che il quadretto con le due figure dovrebbe pagare qualcosa di più. In ogni modo attendo pronta risposta. Non fare nuove cornici. Sostituisci i nuovi disegni ai vecchi. Saluta gli amici e ricevi un abbraccio da A Muzii. PS Io sto male nuovamente cogli occhi. Mandami la lettera di Pratella. Spedisti a Firenze il quadretto? Non ricevo tue lettere da molto tempo”.

2) Alfonso Muzii, da Castellammare Adriatico, 5 Marzo 1885, a Vincenzo Rosati, Napoli, Riviera Santa Lucia, 92; cartolina postale; busta 3, fascicolo 4

Caro Vincenzo. Finora non ho ricevuto risposta alle due ultime cartoline nelle quali ti dicevo di averti spedito un pacco postale con 3 disegni di teste oltre al paesaggio con figure. Per le cornici dei quadri di Anversa non occupartene più. Scrivimi. Ti abbraccio A Muzii”. 

3) Alfonso Muzii, da Castellammare Adriatico, 25 Dicembre1885, a Vincenzo Rosati, Napoli, Riviera Santa Lucia, 92; busta 3, fascicolo 4

Un mio amico di Firenze vorrebbe vedere i miei studi. Gliene manderò alcuni. Tu intanto fammi il favore di dirigerglielo per pacco postale (se è senza cornice) il quadretto a olio, altrimenti per ferrovia. Tutto ciò che non è in trattativa con altri, al signor Filippo Cattaneo, Firenze, Stazione di Portalacroce. Un bacio A Muzii”. 

4) Filippo De Luca, Presidente del R° Istituto di Belle Arti, da Napoli, 19 Ottobre 1887, a Vincenzo Rosati, Napoli; busta 2, Documenti personali, fascicolo 20

Certificato attestante frequenza Scuole di Disegno dalla statua e dal nudo vivente, di Modellatura in plastica e di Ornamentazione; conseguimento, nel dicembre 1885, della Patente di abilitazione all’insegnamento del Disegno nelle scuole Tecniche, Normali e Magistrali del Regno. In allegato, Patente di abilitazione all’insegnamento, Napoli, 3 dicembre 1885, il Presidente del R° Istituto di Belle Arti di Napoli, Filippo De Luca.

5) Francesco Paolo Michetti, da Francavilla, 20 Settembre 1893, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 1, fascicolo 27

Carissimo Rosati. Ieri fui ad Atri con un giovine artista mio compaesano. Egli, Torquato De Felice di Tocco Casauria, concorre all’insegnamento del disegno in quell’Orfanotrofio del quale sarai tu il Direttore = e ciò è bene = Ora, ti raccomando questo amico più pel merito che ha che per l’affetto che gli porto. Sarei contento di rivederti ma se tu non scendi alla nostra marina verrò io qualche altra volta ad Atri per studiare le bellissime porte laterali della Chiesa Madre quando tu ci sarai. Una stretta di mano cordiale dall’amico Michetti”.

 6) Giovanni Rosati, da Bagni di Montecatini, 10 Luglio 1894, ai figli, Ponzano di Civitella del Tronto, Teramo; busta 3, fascicolo 7

Dai Bagni di Montecatini rimprovera i figli che non gli fanno avere loro notizie, poi descrive con dovizia di particolari l’ambiente che lo accoglie e le giornate che trascorre tra fresche sorgenti trangugiando enormi bicchieri d’acqua, allietato dal suono di violini e di strumenti a fiato. Parla infine di una gita a Livorno e Pisa e delle bellezze ammirate nelle due città.

7) Vincenzo Rosati, da Atri, 16 Ottobre 1894, al Commendator Cesare Mariani; minuta scritta su carta intestata “Scuola d’Arti e Mestieri dell’Orfanotrofio di Atri”, Gabinetto del Direttore; busta 1, fascicolo 21

Ringraziamenti all’amico pittore per l’interessamento alla Conservazione delle opere d’arte della Cattedrale di Atri. Le pratiche sono state già avviate con supplica e raccomandazione presso il Ministero dell’Istruzione Pubblica. Il signor Vanni lo prega di ringraziare l’ufficio aperto presso il Ministero per il distacco dell’affresco nella chiesa delle Grazie a Teramo. Viene comunicata infine la notizia della scoperta di una bellissima conserva d’acqua sotto la Cattedrale, della stessa epoca di quella nei sotterranei di Palazzo Ducale e dell’altra fatta nella necropoli romana nei pressi della città. In un prossimo incontro a Teramo, potranno parlare di tante cose “che possono recare vantaggio all’arte e alla storia”.

8) Edoardo Brizio, da Bologna, 12 Novembre 1895, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, Documenti personali, fascicolo 21

Dopo l’ispezione fatta alle antichità scoperte in Atri, ha informato il Ministero della loro importanza e della convenienza che al Municipio venisse concesso un sussidio per la prosecuzione degli scavi dei cunicoli e della grandiosa costruzione romana esistente fuori porta Cappuccina. Con lettera 20-10-1895 ha inoltre comunicato al Ministero che “spetta a Lei, egregio ingegnere, il merito dell’esplorazione fatta finora nei cunicoli e la scoperta non solo dell’importante iscrizione arcaica murata nelle fondamenta della Cattedrale, ma altresì della primitiva destinazione a piscina epuratoria tanto di quella imponente costruzione, quanto delle altre sottostanti al già palazzo ducale ora Pretaroli. Il Ministero gradirebbe avere le piante delle due piscine. Perciò mi permetto chiedere s’Ella volesse incaricarsi del lavoro e quale compenso ne chiede”. Lo ringrazia infine dei calchi di bassorilievi che gli ha fatto avere e lo saluta.

9) Cesare Mariani, da Roma, 8 Dicembre 1895, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 1, fascicolo 25

Raccomandazione per Lorenzo Astolfi di Spoleto, aspirante all’insegnamento del disegno nella scuola d’Arti e Mestieri di Atri. Il giovane gli è stato proposto dal professor Domenico Bruschi, già maestro dell’Astolfi, e da Raffaele Oietti, Direttore delle Scuole del Museo Artistico di Roma.

10) Raffaello Oietti, da Roma, 18 Aprile 1896, a Vincenzo Rosati, Atri; carta intestata Museo Artistico, Roma; busta 1, fascicolo 4

Il Direttore del Museo Artistico invia una nota dei modelli in gesso esistenti presso il Museo e consiglia di scrivere al Ministero d'Agricoltura Industria e Commercio per ottenere in dono alla Scuola d’Arti e Mestieri di Atri gli esemplari indispensabili all'insegnamento. Prega di salutare con affetto il signor Astolfi.

11) Achille Mannucci, da Firenze, 20 Febbraio 1897, a ingegner Fedele Sacripante, Atri; carta intestata; busta 3, fascicolo 6

Rilascio autorizzazione a fabbricare una parte del forno Mazzoni.

12) Il Sindaco di Atri, (firma non leggibile), da Atri, 18 Marzo 1897, a Vincenzo Rosati, Direttore Scuola Arti e Mestieri, Atri; carta intestata Municipio di Atri; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 21

Trasmissione del Decreto Reale datato 18 Febbraio 1897 che nomina Vincenzo Rosati “Membro della Commissione Conservatrice dei Monumenti della Provincia di Teramo, e in aggiunta: “Il Superiore Ministro fa vivo assegnamento sull’opera sua affinché il patrimonio storico e artistico della Provincia sia degnamente tutelato. Aggradisca, egregio Signor Professore, le più sentite espressioni del mio compiacimento per la meritata onorificenza. Le mie congratulazioni”.

13) Giuseppe Sacconi, da Roma, 30 Agosto 1897, a Vincenzo Rosati, Direttore Scuola Arti e Mestieri, Atri; carta intestata Regno d’Italia Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti di Marche e Umbria; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 21

Richiesta dei calchi in creta di alcune parti decorative della facciata del Duomo di Atri fatti eseguire dallo scultore De Vico professore nella scuola d’Arti e Mestieri ed ammirati in una fotografia mostratagli dall’architetto Viviani.

14) Vincenzo Filiani, da Mutignano, 1 Settembre 1897, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 3, fascicolo 5

Richiesta di chiarimenti sulle 24 piastre per i merli della Torre di Cerrano e sullo spessore della corda per il parafulmine.

15) Dante Viviani, da Perugina, 12 Giugno 1898, a Vincenzo Rosati, Atri; carta da lettere e busta intestate; busta 1, fascicolo 5

 Il Direttore dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti di Marche e Umbria comunica che il 24 maggio 1898 la Giunta Superiore di Belle Arti ha approvato le varianti al suo progetto della Facciata del Duomo di Arezzo. ”Per i lavori della Cattedrale di Atri si attende il contributo finanziario della Provincia, dopo di che si darà corso al Regio decreto che dichiara Monumento Nazionale il Tempio la cui perizia ascende a lire 17975.92”. All’Esposizione di Torino il Ministro ha costruito un padiglione per esporvi i lavori di tutte le Scuole d’Arte del Regno e quelli degli Uffici Regionali, così è stata inclusa una cartella di 14 tavole dove sono disposti: studi, rilievi, foto da lui eseguiti ad Atri. ”Ecco dunque in che cosa consiste ciò che il Direttore Conte Sacconi ha voluto fare perché il Duomo fosse meglio conosciuto”. Entro il mese sarà in Abruzzo per i lavori di S. Clemente a Casauria, Carpineto e Atri. Chiede infine notizie degli amici Giottoli, Sorricchio, Mattucci, Salvadori, Grue, Benedetti, Luigi Vanni.

16) Alessandro Franchi, da Siena, 21 Giugno 1898, a Vincenzo Rosati, Direttore Scuola Arti e Mestieri, Atri; carta e busta intestate Regio Istituto Provinciale di Belle Arti; busta 2, fascicolo 6

In risposta alla richiesta di un capotecnico per la scuola d’Arti e Mestieri di Atri, presentazione di Agostino Innocenti.

17) Filippo Tempera, maestro di grado superiore, da Civitella del Tronto, 11 Luglio 1898, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, fascicolo 5

Richiesta relativa ai documenti da inviare per concorrere al posto di maestro elementare di IV e V classe presso la scuola d’Arti e Mestieri di Atri.

18) Raffaello Oietti, da Roma, 3 Agosto 1899, a Vincenzo Rosati, Atri; carta intestata  Museo Artistico Industriale, Roma; busta 1, fascicolo 4

Presentazione di Bartoli Adolfo quale insegnante di Modellazione e Intaglio nella Scuola d’Arti e Mestieri dell’Orfanotrofio di Atri.

19) Giovanni De Caesaris, da Penne, 29 Dicembre 1900, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, fascicolo 11

Invio di auguri e saluti cordiali.

20) Albino Cipolletti, da Montalto Marche, 4 Gennaio 1901, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 1, fascicolo 20

Il Segretario vescovile fa presente che il fondo che si vorrebbe esplorare appartiene al Benefizio di cui il Vescovo è investito ed essendo questo sotto la tutela dell’Economato Generale di Napoli, occorre rivolgersi a quell’ufficio per ottenere il permesso.

21) Vincenzo Rosati, da Atri, 1901, a Lucio Mariani, Roma; telegramma; busta 1, fascicolo 21

Esprimo sentite condoglianze Amministrazione Professori Istituto dolorosa perdita suo amatissimo genitore imperitura memoria lascia tra noi per opera insigne unico vero lume arte nobilissima fra tenebre povertà nostra secolo scorso. Rosati”.

22) Pietro Ugo Priori, da Ascoli Piceno, 8 Febbraio 1901, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 1, fascicolo 16

Viene comunicata la ripresa dei lavori di escavazione nella vigna alle Piane della Ischia in cui ancora non si rinviene alcun oggetto significativo. Della proposta ricevuta da Rosati e da Brizio, che tra l’altro gli chiedono di ospitare l’assistente, non se ne fa niente poiché in inverno la casa di Villa Passo resta chiusa.

23) Davide Savini, da Penne, 14 Gennaio 1902, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, fascicolo 2

Manderà al più presto le conche e saluta.

24) Giuseppe De Riseis, da Roma, 14 Marzo 1902, a Vincenzo Rosati, Atri; carta intestata Camera dei Deputati, Presidenza; busta 3, fascicolo 11

Le rendo grazie infinite per le cortesi felicitazioni che s’è compiaciuta farmi per la mia rielezione a Vice Presidente.  Mi adopererò sempre col maggiore impegno a vantaggio di codesta scuola d’Arti e Mestieri che ha la ventura di averla a capo e speriamo il Governo si persuada che codeste istituzioni sono la vera Provvidenza della classe operaia perché, perfezionando i mezzi della produzione, crescono nuove sorgenti di ricchezza a beneficio della società. Con i più distinti saluti mi è grato confermarmi  Devotissimo Affezionatissimo G. De Riseis”.

25) S. Baroni, da Firenze, 24 agosto 1902, a Vincenzo Rosati, Atri; carta e busta intestate Ufficio Regionale per la  conservazione dei Monumenti, Firenze; busta 2, fascicolo 3

 Sollecito per l’invio di altri scritti da pubblicare nella rivista “Arte e Storia”.

26) Francesco Rosati, da Ponzano, 2 Novembre 1902, all’ingegner Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, fascicolo 1

Notizia improvviso malore della zia Carolina.

 27) Francesco Sorricchio, da Atri, 15 Dicembre 1903, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, Documenti personali, fascicolo 4

Si certifica che nell’Ottobre 1893 l’Ingegner Rosati, chiamato dall’Amministrazione dell’Orfanotrofio, si trasferì in Atri per l’istituzione di una scuola di Arti e Mestieri di cui assunse la Direzione e l’insegnamento, “i quali uffici per il periodo di un decennio disimpegnò con la sua nota competenza e con costante amore mirando all’ideale di istruire ed educare i giovinetti raccolti nel Pio Istituto e renderli alla Patria atti a procurarsi i mezzi per la vita e degni della pubblica stima”.

28) Solario, da Penne,  21 Marzo 1904,  a Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, fascicolo 3

Espressioni di vivo rammarico alla notizia della vile aggressione subita dall’amico per mano di uno “scellerato  suo scolaro” e auguri di pronta guarigione.

29) Ambrogio Arlini, da Atri, 22 Marzo 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, Documenti personali, fascicolo 8

 “Il Consiglio Comunale, rendendosi interprete dei sentimenti che la Cittadinanza Atriana nutre per la S.V. Illustrissima, mi ha dato incarico nella seduta di ieri di manifestarle la sua profonda esecrazione per il vile attentato del quale Ella fu vittima. Il grido spontaneo di indignazione sorto da ogni punto della città contro il vile aggressore, valga a dimostrarle in quale alta stima e considerazione Ella è tenuta fra noi, e possa esserle di conforto nelle sofferenze che immeritatamente Le furono cagionate. La Rappresentanza cittadina nel far voti perché Ella prontamente guarisca e possa ben presto riprendere la missione di solerte ed intelligente  educatore dei figli derelitti del nostro popolo, ha voluto che questi suoi sentimenti fossero solennemente consacrati nei suoi atti, dei quali mi onoro  trasmetterle un estratto, affinché Ella possa serbarlo come un attestato della nostra inalterabile stima. Colgo questa occasione per esprimerle la mia personale condoglianza e i miei ossequi".

30) Hvt Jam Rusconi, da Roma, 26 Marzo 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; busta con intestazione L’ITALIE, Journal Quotidien, Politique, Artistique, Mondain, 45 Anne, via del Bufalo, Roma; busta 1, fascicolo 5

Ringraziamenti per l’accoglienza ricevuta in occasione della gita ad Atri e richiesta di fotografie riguardanti le pitture del Duomo portate alla luce nel 1903, da pubblicare in un fascicolo dell’Emporium.

31) Berardo Urbani, Canonico Penitenziere, da Teramo, 27 Marzo 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; biglietto da visita intestato; busta 2, fascicolo 10

Rallegramenti e auguri di felicità”.

32) Domenico Dottorelli, da Teramo, 27 Marzo 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, fascicolo 11

“Caro Direttore. Leggo ora soltanto la vigliacca aggressione patita, la quale mi ha immensamente turbato e addolorato! Voglio augurarmi che possiate presto superare le conseguenze funeste del vile attentato, pel quale immagino quale sia stata la giusta vostra pena, per vedere così retribuite le vostre  premure pel bene del popolo! Vi conforti pertanto il grido di indignazione e di protesta che emana spontaneo e sentito dal petto di ogni uomo onesto, e da quello dei numerosi vostri amici, che vi ammirano nella vostra nobile missione, non sempre retribuita di gratitudine.Vi sarò grato se vorrete farmi sapere il vostro stato attuale di salute. Vi riaffermo la mia più sentita benevolenza e vi ossequio. Affezionatissimo Domenico Dottorelli”.

33) Principe e Principessa di Forino Caracciolo, da Bologna, 27 Marzo 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; biglietto da visita intestato; busta 2, fascicolo 11

Ritornati ora da Napoli apprendiamo brutta nuova. Addoloratissimi, ne prendiamo viva parte, affrettandoci ad avere ansiosamente sue notizie anche per conto di mammà”.

34) Gaetano Scesi, da Civitella del Tronto, 28 Marzo 1904,  a Vincenzo Rosati, Atri; cartolina postale; busta 2, fascicolo 11

Egregio Professore. Trepidante per la sua salute dopo l’infame aggressione, sono oggi confortato dalle buone notizie avute da suo fratello Emidio, sperando prossima guarigione. Affettuosi saluti con la speranza di presto rivederla. Tanti saluti a Nicolino. Devotissimo amico Gaetano Scesi”.

35) Antonio De Nino, da Sulmona, 1 Aprile 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; biglietto da visita; busta 1, fascicolo 5

Egregio amico. Io ultimamente mi liberai dalla Parca fatale ed Ella si libera da una furia che, per onore dell’umanità, vorrei giudicare incosciente. Non so immaginare cosciente un atto brutale contro un uomo che fa coscienziosamente il proprio dovere a vantaggio della classe operaia. Un abbraccio e mi ricordi agli amici. Affezionatissimo Antonio De Nino”.

36) Cesare Dal Fabbro, da Milano, 7 Aprile 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 1, fascicolo 5

Ricevuta dal Signor Malaspina copia del giornale “Il Centrale” con la notizia “dell’infame attentato del quale è  rimasto vittima”, commosso e sdegnato invia auguri di pronta guarigione. Comunica inoltre che non è riuscito a trovare a Roma un abile stipettaio rispondente alle indicazioni fornitegli.

37) Scotti, da Mortara, 8 Aprile 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; cartolina postale intestata Alessandro Motta, Corso Garibaldi, Corso Cavour, Mortara; busta 2, fascicolo 8

“Carissimo Rosati leggo sul “Secolo” di stamane il caso vigliacco che ti è accaduto. Sono gli incerti del mestiere…meno male che c’è ancora un Dio per gli insegnanti! Ti faccio tutte le migliori congratulazioni per lo scampato pericolo e, se ce ne fosse bisogno, gli auguri più affettuosi. Ciao. Sta sano e allegro. Saluta Mattucci, il mio dottore prof. Massari e gli amici. Affezionatissimo Scotti”.

38) Antonio De Nino, da Sulmona, 13 aprile 1904, a Vincenzo Rosati, Ponzano; busta 1, fascicolo 5     

Comunica avvenuto invio degli opuscoli da mandare al Municipio e agli amici. Avrebbe voluto donarli, “ma per un equivoco dell’Editore se ne sono tirate poche copie e…occorre incomodare parecchi per compensare in parte le spese di stampa”. Rinnovati auguri per il pericolo scampato e saluti.

39) Edoardo Brizio, da Bologna, 22 Aprile 1904, a Vincenzo Rosati, Ponzano; carta intestata Direzione del Regio Museo Archeologico, Bologna; busta 1, fascicolo 30

Compiacimenti per l’avvenuta guarigione e annuncio di un’imminente ripresa degli scavi a Penne. Per quelli eseguiti nel fondo La Guardia, i proprietari  hanno sollevato delle difficoltà.

40) Giuseppe Cerulli, Deputato al Parlamento, da Teramo, Aprile 1904, all’egregio Vincenzo Rosati, Ponzano; biglietto da visita intestato; busta 1, fascicolo 5

“Con sentiti affettuosi auguri”.

41) Giacinto Pannella, da Teramo, 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; biglietto da visita intestato Professor Giacinto Cav. Pannella, Direttore della Rivista Abruzzese di Scienze Lettere ed Arti; busta 1, fascicolo 5

Auguri onomastici”.

42) Domenico Dottorelli, da Teramo, 27 Maggio 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; busta 2, fascicolo 11

Rinnovati  auguri e ossequi”.

43) Luciano Proni, da Penne, Albergo La Stella, 14 Giugno 1904, a Vincenzo Rosati, Atri, Mutignano; cartolina postale; busta 2, fascicolo 9

Invio di saluti e manifestazioni di stima. 

44) Edoardo Brizio, da Bologna, 3 Agosto 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; carta e busta intestate Direzione del R° Museo Archeologico di Bologna, Direzione degli Scavi d’Antichità per l’Emilia e le Marche; busta 1, fascicolo 31

Mi ha recato una dolorosa sorpresa la notizia di ella che alla fine di Settembre lascerà definitivamente la Direzione di questa scuola d’Arti e Mestieri, ma dopo quanto le è accaduto, capisco benissimo la sua decisione. Se codesto Istituto troverà difficilmente un altro direttore che per il sapere e lo zelo lo sostituisca, io pure perdo il più valente cooperatore delle mie ricerche archeologiche in codesta contrada e proprio nel momento in cui più sarebbe utile il suo aiuto in quanto il Ministero sembra faccia ogni sforzo per penalizzare l’iniziativa dei Direttori degli scavi di Antichità. Quanto alle tombe della Pretara deposte in codesto Istituto, voglia farne regolare consegna al Municipio affinché le conservi insieme agli oggetti in terracotta di proprietà del Municipio stesso. La notizia della scoperta di una vasta necropoli a Civitella Casanova è del massimo interesse ed io bramerei molto poterla esaminare, ma ai Direttori degli scavi ora è tolta ogni iniziativa. Perché io possa vederla, scriva o faccia scrivere da qualche autorità al Ministero della Pubblica Istruzione la scoperta di questa necropoli indicando sommariamente gli oggetti rinvenuti e chiedendo disposizioni perché non vadano dispersi. Il Ministro prenderà l’iniziativa e mi autorizzerà ad andarla ad osservare per riferire. Con i più cordiali saluti mi abbia sempre suo affezionatissimo amico Edoardo Brizio”.

45) Edoardo Brizio, da Bologna, 15 Settembre 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; carta intestata Direzione degli Scavi d’Antichità per l’Emilia e le Marche; busta 1, fascicolo 31

Espressioni di vivo rammarico per il prossimo trasferimento e invito a consegnare al Municipio, prima del cambio di residenza, i frammenti di terracotta trovati al Torrione e le casse con gli scheletri scoperti nel fondo Pierangeli. “Nell’esprimerle nuovamente il mio dispiacere perché Ella abbandona codesta città per le cui antichità si è tanto adoperato, debbo aggiungere che molto probabilmente per le nuove disposizioni Ministeriali la Provincia di Teramo sarà tolta alla Direzione degli Scavi di Bologna e data ad altro ufficio. Dalla Direzione di Bologna dipenderà sempre la Provincia di Ascoli nella quale, mercè il suo efficace concorso, ho fiducia si faranno in avvenire delle scoperte archeologiche interessanti. Con i più  cordiali saluti mi abbia sempre suo affezionatissimo amico E. Brizio”. 

46) Hvt Jam Rusconi,  da Aquila, 15 Settembre 1904, a Vincenzo Rosati, Atri; cartolina postale; busta 1, fascicolo 5

Sollecita risposta alla cartolina spedita 20 giorni prima. Spera di riceverla a Roma unitamente a buone notizie.

47) Melchiorre Zagarese, Capo Divisione Ministero Industria e Lavoro, da Roma, 8 Giugno 1906, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; busta 1, fascicolo 3

Egregio Professore, da quanto è stato scritto in via ufficiale alla Scuola, avrà rilevato che, malgrado il mio silenzio, ho preso a cuore quanto ella mi manifestava nella sua del 27 c. m. Stia tranquillo. Se il Senato approverà la legge sulla Calabria, il suo stipendio sarà di £ 4000 e il nuovo Statuto lo farà il Ministero. Spero bene per il suo concorso per la scuola di Cesena. Non credo che allo stato delle cose il Ministero possa accogliere la sua condizione per l’accettazione del posto a Belluno. Affezionatissimo suo amico Melchiorre Zagarese”.

48) Alessandrini Filippo, da Teramo, 8 Gennaio 1907, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; carta intestata Camera di Commercio ed Arti di Teramo, Il Presidente;  busta 3, fascicolo 13

Illustre Amico. Con animo grato La ringrazio della sua lettera che è un bellissimo studio intorno alle Scuole d’Arti, dal quale trarrò molti insegnamenti. Sono propenso a seguire i suoi consigli e mi riprometto di riscriverle, dopo che avrò proposte più concrete da sottoporre al suo illuminato giudizio. Gradisca i miei ossequi. Il Presidente F. Alessandrini”.

49) Tranquillo Martinelli, da Atri, 24 Luglio 1907, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; busta 3, fascicolo 9

Ringraziamenti per i saggi consigli ricevuti e comunicazione notizie della scuola d’Arti e Mestieri di Atri ormai“ridotta ai minimi termini”.

50) Antonio Leo, da Milano, 1 Giugno 1908,  a Vincenzo Rosati,  Catanzaro; busta 3, fascicolo 12

Invio di informazioni: il signor Francesco Malaspina, suo datore di lavoro, gli ha aumentato la paga a 52 centesimi l’ora; Lucia, dopo i primi due giorni di lavoro, non si è fatta più vedere.

51) Pietro Rosati, da Bologna, 20 Novembre 1913, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; busta 3, fascicolo 10

E’ uno sfogo in cui manifesta la certezza che tanti mali del momento e i numerosi lutti nella cerchia degli amici siano una punizione divina per la diffusa mancanza di Religione. Seguono informazioni varie: Ciccio è stato colto da paralisi; lui si sottopone a una cura dimagrante prescrittagli dal medico che durerà “fino a tanto che soffrirò la fame, il che finora non si verifica”; al Casale è piaciuta la sua poesia; nel Collegio San Luigi tutto procede bene. La  stagione è buona ma anche a Bologna ci sono casi di tifo.

52) Melchiorre Zagarese, da Roma, 26 Novembre 1913, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; foglio intestato Ministero di Agricoltura Industria e Commercio; busta 2, fascicolo 15

Trasmissione estratto brevetto Reale datato 24 Novembre 1913 che nomina Vincenzo Rosati Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.

53) Pietro Rosati, da Bologna, 16 Aprile 1914, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; carta intestata Collegio San Luigi;  busta 3, fascicolo 10

Annuncio ricevuto conferimento “menzione onorevole” al concorso di poesia latina di Amsterdam per un poemetto composto da 321 versi. Segue un vivace quadretto della vita di campagna osservata dal terrazzino del rinnovato villino di Tortoreto, accompagnato da una particolareggiata descrizione di Monte del Re, località di villeggiatura nell’imolese, che in un antico convento di francescani ospiterà i convittori del “S. Luigi”. Volpi di Misurata gli ha fatto avere il “Giornale d’Italia” con la relazione della festa di Catanzaro.

 54) Rettore Collegio convitto “Alle Querce“, da Firenze, 2 Settembre 1915, alla famiglia  compianto Pietro Rosati, Ponzano; cartoncino e busta intestati, con logo e scritta  Collegio = Convitto “Alle Querce”, Firenze; busta 1, fascicolo 19

Il Padre Rettore, i Professori e gli allievi Convittori ed Esterni dell’Istituto fiorentino “alle Querce” porgono le loro vive condoglianze e rispettosi omaggi”. 

55) Giovanni Mantica, da Firenze, 12 Settembre 1915,  alla  Famiglia Rosati, Ponzano; biglietto da visita; busta 1, fascicolo 19

Il Padre Rettore del collegio “alle Querce” di Firenze, invia alla famiglia Rosati di Ponzano “Condoglianze con preghiere di suffragio e rassegnazione” per la morte del congiunto Padre Pietro.

56) Vincenzo Cerulli Irelli, da Teramo, 11 Marzo 1916, a Nicola Rosati, Ponzano; carta da lettere e busta listate di nero; busta 1, fascicolo 19

Ringraziamenti per la cartolina  con l’effigie del venerato Padre Pietro. “In essa rivedo vivo e parlante il mio Rettore del 1882-1883, di cui non potrò mai dimenticare la dolce amorevolezza e la grande attitudine educativa. E un altro ricordo piacevole ho avuto, quando, per il mio matrimonio, il compianto amico Crucioli mi fece dono della traduzione del poemetto latino “De Telegrapho”, acrocodilo che il celebre latinista aveva composto in onore di Guglielmo Marconi. Serberò la cartolina con affettuosa cura e spero che la nostra antica amicizia alimentata da ricordi indelebili, rimanga sempre viva. Tanti saluti anche ai tuoi fratelli e una cordiale stretta di mano. Affezionatissimo Vincenzo Cerulli Irelli".

57) Giovanni Mezucelli, da Teramo, 24 Marzo 1916, a  Fratelli Rosati, Ponzano; carta da lettere e busta listate di nero; busta 1, fascicolo 19

Ringraziamenti per la “lettera necrologia” scritta dal Padre barnabita Magni in morte del caro e venerato Pietro Rosati. “Il Padre Magni ha compiuto una buona azione perché non solo ha ritratto un grande latinista, ma un uomo morale la cui figura, rara ai tempi che corrono, era necessario fosse meglio nota ai presenti e non ignorata dai posteri. Padre Rosati era amicissimo del fratello mio Berardo e gli voleva molto bene e sapendo questo, l’ho voluto conoscere andando appositamente a Bologna, nel collegio S. Luigi. Era il 3 ottobre e in quel giorno era tornato da Tortoreto e di lì sarebbe ripartito la mattina seguente alla volta del casino di villeggiatura ov’erano i convittori. Così potei ossequiare l’egregio uomo il quale, appena sentito il mio cognome, scese al primo piano e mi ricevé, accogliendomi col largo cuore abruzzese. Pochi giorni prima che morisse, mi inviò una cartolina con la quale mi annunciava che mi avrebbe mandato l’anticato, appena gli fosse stato spedito dalla casa editrice. I Padri Barnabiti dovrebbero pubblicare quanto di meglio ha lasciato Padre Rosati e credo che in nessun altro modo potrebbero onorare un loro confratello che l’Ordine non può dimenticare essendo il Rosati non solo un compositore di versi latini d’una facilità essenziale, ma un latinista pensatore. Sento che il defunto ha lasciato molte iscrizioni latine. Se è vero, bisognerebbe leggerle. Devoto G. Mezucelli”.

58) Melchiorre Zagarese, da Roma, 31 Gennaio 1917, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; carta intestata Melchiorre Zagarese, Capo Divisione Ministero Industria e Lavoro, Roma; busta 1, fascicolo 3

Auguri e saluti cordialissimi”.

59) Giuseppe Casciaro, 22 Gennaio 1918, a Vincenzo Rosati, Napoli; busta 1, fascicolo 9

Riproduzione dipinto con paesaggio napoletano, stampa di cliché, e dedica: “Al mio vecchio amico Vincenzo Rosati affettuosamente Giuseppe  Casciaro”.

60) Opuscolo “Mostra Giuseppe Casciaro”, Galleria A. De Conciliis, Milano, Borgonovo 6, Marzo 1918; busta 1, fascicolo 8

Nella presentazione, articoli di Bice Vallet, da “Pagine d’arte”, Febbraio 1917; e di Mario Baccaro, dal “Giornale d’Italia”, 18 Gennaio 1918. 

61) Giuseppe Casciaro, da Napoli, 6 Marzo 1918, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; cartolina con autoritratto; busta 1, fascicolo 8

 “Cordialissimi auguri e saluti dal tuo Giuseppe Casciaro”.

62) Giuseppe Casciaro, da Napoli, 6 Marzo 1918, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; cartolina con autoritratto;  busta 1, fascicolo 8

 “Con saluti affettuosi e ammirazione dall’amico Giuseppe Casciaro”.

63) Nello Mori, Segretario Scuola D’Arti e Mestieri, da Tripoli, 27 Agosto 1919, a Vincenzo Rosati, Catanzaro; busta 1, fascicolo 10

Congratulazioni e auguri per la prossima carica di Direttore della scuola d’Arti e Mestieri di Tripoli “alla quale ho dedicato 6 anni della mia sconfortante vita coloniale! Sono ormai alla settima riorganizzazione e S.E. Monsinger, primo Governatore civile e Lei, primo Direttore competente, rappresentano per me l’ultima speranza per l’assetto della Colonia e  della Scuola. Se dovessero fallire, sarebbe l’ora di farla finita e ritornare sui passi che malauguratamente mi ricondussero qua nel febbraio 1912. Ma ciò non sarà perché i due uomini sono veramente ai loro posti! Perché possa regolarsi, Le comunico che essendo qui ritornato da Malta un ottimo meccanico che fu già qui maestro per 2 anni sotto il Commissario Colonnello Pellerano, lo tengo a bada in attesa  della Sua venuta, come è stato deciso dalla Commissione. E’ ben conosciuto anche dal Cavalier Gori. Se ha occasione di vedere l’ingegner Andreoni mi rammenti a Lui con la mia famiglia, mentre con la più viva speranza La prego credermi Suo Devotissimo Nello Mori”. 

64) Luigi Rossi, da Roma, 1 Novembre 1919, al Cavalier Vincenzo Rosati, Catanzaro; carta intestata Il Ministro delle Colonie, Roma; busta 1, fascicolo 10

Il governo della Tripolitania accetta condizioni poste per l’assunzione presso Scuola di Arti e Mestieri di Tripoli. Gradisca gli atti della mia più distinta considerazione. L Rossi”.

65) Luigi Rossi, da Roma, 17 Dicembre 1919, al Cavalier Vincenzo Rosati, Ministero delle Colonie, Roma; carta intestata Il Ministro delle Colonie; busta 1, fascicolo 10

 Il Presidente sollecita sua partenza per Tripoli per concordare organizzazione della Scuola e propone assunzione di  Luigi Azzolini, maestro vasaio. I Commissari indigeni hanno approvato di presentarle le congratulazioni più vive e di esprimerle la loro fiducia nella ben nota speciale competenza della S. V. Illustrissima per il nuovo indirizzo che dovrà prendere la scuola. Il mio compiacimento e il mio cordiale saluto”.

66) Nicola Rosati, da Ponzano, 28 Gennaio 1920, a Vincenzo Rosati, presso  Malaspina, Milano; busta 3, fascicolo 11

Ringraziamenti per la cartolina inviatagli da Milano con le buone notizie attese con ansia. A casa nulla di nuovo, la salute è buona malgrado l’approssimarsi della malattia del sonno. “In Ascoli ve ne sono parecchi casi, e a Milano? Saluti da tutti estensibili alla famiglia Malaspina. Abbiti un abbraccio e un saluto. Nicola”.

67) Nicola Rosati, da Ponzano, 5 Novembre 1920, a Vincenzo Rosati, Tripoli; busta 2, fascicolo 4

Dettagliate informazioni sugli studi dei propri figli e la vita in famiglia. “Peppino è da una quindicina di giorni a Senigallia, sta bene e si è messo di proposito a studiare. Nell’Istituto vi è molta disciplina, essendovi come Vice Rettore un colonnello “ritirato” che si fa rispettare. Maria scrive tutte le settimane, (dal Collegio S. Vincenzo di  Bologna), sta bene e frequenta la prima complementare; è stata premiata per i suoi “buoni portamenti” e ha ricevuto la menzione onorevole in francese. Ha acquistato tanto garbo e signorilità di modi; certo si spende, ma è un  collegio a modo di cui ve ne sono pochi e si può essere sicuri della buona riuscita. Iole la poteva raggiungere ma, trovandosi un po’ indietro per i princìpi sbagliati della maestra, abbiamo pensato di farle ripetere la IV anche perché abbiamo avuto tante spese. Elsa ripete la III per mancanza di altra scuola. Non sappiamo come fare per tenerla in paese qualche altro anno, senza andare incontro ad una spesa straordinaria, quale è quella di averne quattro fuori! Vedremo di mandarla a Torano l’anno venturo, ma sposandosi Vincenzina, chissà se la nonna tanto occupata, potrà prendersi questo fastidio! Ne parleremo. I raccolti del granone e del vino sono stati scarsi. Quest’anno abbiamo dovuto dividere a metà perché i contadini si sono ribellati e tutti, per accontentarli, abbiamo dovuto acconsentire alle loro pretese. Vogliono anche la metà delle olive, ma io ho proposto 3 e 2. Di vino se ne è rimesso poco, una ventina di quintali scarsi e circa la stessa quantità in marina. Pensa che per l’anno scorso, abbiamo dovuto pagare Lire 1200 di tassa! A Tortoreto abbiamo fatto una vigna nuova. Ciccio si è ridotto in uno stato deplorevole e durante la notte lo assiste Giustino, il contadino, che ci è di molto aiuto insieme a una brava giovane che abbiamo avuto la fortuna di prendere a servizio. Sono andato parecchie volte a Teramo per parlare col Commissario riguardo al muro da fare per la nostra casa, ma nulla si è potuto stabilire. Il comune di Civitella ha avuto diritto a 30 consiglieri, uno o due per frazione. Qui sono stati eletti Michele Sulpizi e il figlio di Saietta il falegname. Nelle altre frazioni, tutti contadini con a capo Cesare Averardi, quel tale di cui a Roma hai visto i lavori in pittura, che sarà certo eletto sindaco. Godiamo che stai bene e che hai messo a posto il Governatore. A giorni spediremo i soliti libretti di fichi a Foderaro; se tu hai piacere, te ne manderemo un paio. Rispondimi in proposito. Un saluto affettuoso da Ciccio, Ernesta, Angelina e baci da Elsa. Da me un abbraccio Nicola”.

68) Ottone Schanzer,  Direttore  coloniale,  da Roma,  22 Novembre 1920,  a Vittorio Melchioni,  Milano; carta intestata Ministero delle Colonie; busta 2, fascicolo 7

Su richiesta del Direttore della scuola d’Arti e Mestieri di Tripoli, ingegner Rosati, invio, al professor Melchioni, del lasciapassare per recarsi in colonia.

69) Melchioni Vittorio,  da Milano, 24 Novembre 1920, a Vincenzo Rosati, Tripoli; busta 2, fascicolo 7

Rinvio del lasciapassare ricevuto dal Direttore coloniale, spiacente di non poter esaudire il  desiderio del direttore che lo vorrebbe come insegnante nella scuola d’Arti e Mestieri di Tripoli.

70) Allievi Scuola Tripoli, da Tripoli, 25 Dicembre 1920, a Vincenzo Rosati, Ponzano; busta 1, fascicolo 10

Auguri di Natale con promessa di studiare con buona volontà.

71) Renato Bartoccini,  Sovrintendente dei Monumenti e Scavi in Tripolitania, da Tripoli, 25 Dicembre 1920, a Vincenzo Rosati, Tripoli; busta 1, fascicolo 10

Richiesta di un incontro per scambio di auguri.

72) Francesco Malaspina, da Milano, 12 Marzo 1921, a Vincenzo Rosati, Tripoli; telegramma; busta 3, fascicolo 1

Esprimendo vive condoglianze perdita suo fratello Francesco, comunico cuore straziato disgrazia toccatami amputazione gamba Annamaria investita tram andando scuola aerostato”.

73) Cav. Venezian, Ministro per l’Industria e Commercio, da Roma, 1 Febbraio 1922, a Vincenzo Rosati, Tripoli; carta da lettere e busta intestate Ministero per l’Industria e Commercio Ispettorato generale dell’insegnamento; busta 1, fascicolo 10

Congratulazioni per il prossimo ritorno in Italia dove spera di poterlo proporre alla Direzione di uno degli Istituti Industriali più importanti, quello di Messina che ha bisogno di una persona energica, capace e fattiva che lo diriga indirizzando l’insegnamento alle arti edili in considerazione dei speciali bisogni di quella plaga”.

74) Franzi, da Napoli, 20 Febbraio 1922, a Vincenzo Rosati, Tripoli; foglio e busta intestati Lega Federale del Personale delle Scuole Industriali Italiane, Napoli, via Tarsia 39; busta 1, fascicolo 10

Invito ad accettare la sede della scuola Industriale di Messina per poi eventualmente cambiare migliorando. “La sede di Napoli  potrebbe essere presto libera perché Ragno finirà al manicomio”.

75) Renato Bartoccini, Sovrintendente dei Monumenti e Scavi in Tripolitania, da Tripoli, 14 Aprile 1922, a Vincenzo Rosati, Tripoli; carta intestata R. Soprintendenza dei Monumenti e Scavi in Tripolitania; busta 1, fascicolo 10

Sentiti ringraziamenti per il sollecito invio di pesci per la fontana davanti agli uffici che altrimenti minaccia di divenire focolaio di infezione”.

76) Vincenzo  Rosati, da Tripoli,  25 Maggio 1922,  a Carlo Franzi, Napoli; minuta di lettera su carta intestata “Il Direttore Scuola Arti e Mestieri”, Tripoli; busta 1, fascicolo 10

Sollecito per essere tenuto al corrente delle difficoltà che impediscono al Cavalier Venezian di fornirgli una risposta relativa al promesso incarico direttivo presso l’Istituto Industriale di Messina.

77) Vincenzo Rosati, da Tripoli, 26 Maggio 1922, al cavalier Venezian; minuta di lettera; busta 1, fascicolo 10

Domanda di riammissione nell’organico della Scuola Industriale Italiana per dissensi con le autorità italiane in Tripolitania.

78) Volpi di Misurata, Comm. di Libia, da Roma, 14 Agosto 1922, a Vincenzo Rosati, Tripoli; Telegramma; busta 1, fascicolo 15

Congratulazioni per sua Nomina Ufficiale Corona D’Italia che ho provocato in attestazione servizi resi alla Scuola Arti e Mestieri”. 

79) Giorgio Cavallini, da Tripoli, 16 Agosto 1922, a Vincenzo Rosati, Tripoli; carta intestata Governo della Tripolitania; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 15

Comunicazione nomina Ufficiale nell’Ordine della Corona d’Italia. “Ai rallegramenti che S. E. il Ministro mi ha incaricato di esprimerle, aggiungo i miei personali, lieto di questa dimostrazione del Superiore compiacimento per l’opera coscienziosa e intelligente da Lei prestata a pro della scuola Arti e Mestieri nel momento in cui Ella si accinge a lasciarne la Direzione. Con ossequi  Giorgio Cavallini”.

80) Giovanni Gronchi, da Roma, 3 Marzo 1923, a Vincenzo Rosati, Regio Istituto Nazionale Istruzione Professionale, Roma; carta intestata Ministero per l’Industria e il Commercio, Ispettorato generale Insegnamento Industriale; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 17

Conferimento incarico di recarsi a Napoli presso l’Istituto Industriale “Alessandro Volta” nel quale si sono verificate gravi agitazioni degli alunni rivolte contro il direttore professor Ragno, per assumere la direzione dell’Istituto al fine di pacificare gli animi e far tornare l’ordine più perfetto. 

81) Il Ministro Gronchi, da Roma, 26 Marzo 1923, a Vincenzo Rosati, Istituto “Alessandro Volta”, Napoli; carta intestata Ministero dell’Industria e Commercio, Roma; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 17

Sollecito a  procedere alle indagini per accertare le cause degli incidenti che turbano il regolare andamento degli studi nel Regio Istituto Industriale “Alessandro Volta” di Napoli e invito a fornire una chiara esposizione dei fatti e l’indicazione dei provvedimenti da prendere per assicurarne il progressivo sviluppo.

82) Il Ministro (firma non leggibile), da Roma, 5 Novembre 1923, a Vincenzo Rosati, Istituto Nazionale di Istruzione Professionale, Roma; carta intestata Ministero dell’Economia Nazionale, Ispettorato generale della Proprietà Intellettuale e dell’insegnamento Industriale; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 17

“Il Consiglio di amministrazione del Regio Istituto Industriale “A Volta” di Napoli, attraverso il Ministero dell’Economia Nazionale, esprime i più  vivi sensi di gratitudine per l’opera avveduta ed efficace prestata a favore dell’Istituto”.

83) Adolfo De Carolis, da Roma, 8 Luglio 1924, al Ministro dell’Economia Nazionale, Roma; carta intestata Ministero Pubblica Istruzione; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 16

Proposta motivata di Stabilità del professor Vincenzo Rosati insegnante titolare di tecnologia  relativa alle Industrie artistiche con la Direzione dei Laboratori annessi al R° Museo e dei corsi serali della sezione per Industrie Artistiche annesse al R° Istituto Nazionale di Istruzione Professionale in Roma. Lo scrivente evidenzia le  difficoltà incontrate dal professor Rosati che, se da una parte doveva quasi creare la scuola del Gerardi e quella ceramica del Cambellotti, dall’altra, al fine di conservare la tradizione della scuola serale del R° Museo Artistico Industriale, doveva far sì che la direzione fosse soprattutto artistica e non solamente tecnica. “E’ certo che nell’Istituto il professor Rosati ha potuto portare il contributo di lunga esperienza e dottrina, specialmente nell’insegnamento della tecnologia e nell’organizzazione della scuola della ceramica testè impiantata […]. Con ossequio dell’Eccellenza V. Illustrissima Adolfo De Carolis”.   

84) Roberto Paribeni, da Roma, 14 Settembre 1927, a Vincenzo Rosati,  sue mani; carta e busta intestate Soprintendenza alle Antichità, Roma; busta 1, fascicolo 32

Invito a rassicurare la madre del giovane Giuseppe Prosperi che agli esami è stato rimandato in due materie.

85) Alberto Gerardi, da Roma, 5 Dicembre 1927,  a Vincenzo Rosati, Regio Museo Artistico,  via Conte Verde 53,  Roma; busta 1, fascicolo 2

Inoltro della raccomandazione del Direttore della scuola di Matelica per il ragazzo Cecchi “il quale pare sia assai promettente e sa intagliare il legno egregiamente. Lo affido alla sua paterna e veggente bontà. Il suo Alberto Gerardi”.

86) Alberto Gerardi, da Roma, 21 dicembre 1927, a Vincenzo Rosati, Regio Museo Artistico,  via Conte Verde 53, Roma; busta 1, fascicolo 2

Raccomandazione per il giovane Walter Della Spina che vorrebbe frequentare il corso pittorico del Regio Museo Artistico di Roma. E’ stato segnalato da un amico scultore il quale dice che il ragazzo non ha frequentato le scuole essendo istintivamente portato all’arte e da alcune cose che ha fatto sembra possa essere accolto. “Veda Lei, io glielo raccomando vivamente. Buone Feste e grazie. A. Gerardi”.

87) Roberto Papini, da Roma, 1 Ottobre 1929, a Vincenzo Rosati, Direttore Regio Museo Artistico Industriale, Roma; carta intestata Regio Museo Artistico Industriale in Roma, viale Manzoni, 34; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 1

Inoltro del provvedimento di collocamento a riposo a partire dal 16 Ottobre 1929, in obbedienza a una tassativa disposizione di legge. “Nel darmene comunicazione, il Ministero aggiunge: Voglia esprimere al Professor Rosati il vivo rincrescimento del Ministero per essere stato costretto a dar corso a detto provvedimento che lo allontana dall’Ufficio che per così lunghi anni egli ha saputo reggere con attività, competenza e senso del dovere degni di ogni elogio”. A dette parole, alle quali si associa, il Papini unisce l’espressione del vivo rammarico personale nonché quello degli insegnanti, degli impiegati e degli alunni per l’allontanamento di un uomo “del Suo valore e della Sua probità”, con cui si augura di poter continuare a collaborare per il bene del Museo, secondo la proposta già avanzata al Ministero.

88) Vincenzo Rosati, da Roma, 3 Ottobre 1929, a Roberto Papini, Commissario di Governo del Regio Museo Artistico Industriale, Roma; minuta scritta a macchina; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 1

Risposta alla comunicazione dell’avvenuto collocamento a riposo: “Ringrazio la S.V. Illma della comunicazione datami per incarico del Superiore Ministero Nazionale, del mio Collocamento a riposo per limiti di età. Le lusinghiere attestazioni di Lode che il Ministero medesimo si è compiaciuto aggiungere per l’opera da me prestata  per lunghi anni nelle scuole Industriali, mi commuovono e mi fanno sentire più vivo il dispiacere di allontanarmi dalla vita della scuola che io ho sempre vissuta con sincera passione. Le affettuose parole poi che la S.V. ha voluto aggiungere a quelle autorevoli del Ministero, mi toccano l’animo più direttamente perché non solo esprimono la stima del vigile superiore, ma hanno tutta la dolcezza di chi governa amorosamente la sua famiglia e vede allontanarsene un membro sinceramente affezionato. E tali parole di estrema bontà che la S.V. mi esprime a nome suo e del personale, mi rimarranno profondamente scolpite nel cuore. Come la sintesi finale dell’opera mia data tutta  per la scuola e per il bene che ne matura. Né posso nasconderle il grande rammarico che sento nell’allontanarmi dalla scuola ora che le mie forze non ancora esaurite potevano seguitare a dare ad essa qualche debole aiuto. Del che mi conforta la viva speranza che ho di poter ritornare, sia pur con altra veste al dolce nido, che la S. V. rinnova con illuminata coscienza e dove io vissi, purtroppo, e non per colpa mia, sei anni di vita avventurosa più che laboriosa. Prego infine la S.V. Illustrissima di rendersi interprete presso il Superiore Ministero dei ringraziamenti per le loro benevole espressioni di stima, e di credermi sempre a lei personalmente grato e devotamente affezionato”.

89) Roberto Papini, da Roma, 7 Ottobre 1929, a Vincenzo Rosati, Direttore del Museo Artistico Industriale, via Conte Verde 51, Roma; foglio intestato Regio Museo Artistico Industriale in Roma; busta 1, fascicolo 22

Invito alla Riunione del Collegio degli insegnanti per gli scrutini della seconda sessione di esami.

90) Roberto Paribeni, da Roma, 12 Ottobre 1929, a Vincenzo Rosati, sue mani; carta intestata Soprintendenza delle Antichità, Roma; busta 1, fascicolo 32

“Con vivi ringraziamenti e ossequi. Roberto Paribeni”.

91) Roberto Papini, da Roma, 17 Febbraio 1930, a Vincenzo Rosati,  Prof. Emerito del R° Museo Artistico Industriale, via Conte Verde 51, Roma; carta intestata Regio Museo Artistico Industriale in Roma, viale Manzoni, 34; busta 2, Documenti Personali, fascicolo 1

Inoltro copia D. M. del 22-01-1930 col quale il Ministro dell’Educazione Nazionale, per le speciali benemerenze  acquistate in oltre 40 anni d’insegnamento nelle scuole Artistiche Industriali, nomina Vincenzo Rosati Professore Emerito del Regio Museo Artistico Industriale. Vivi compiacimenti per il riconoscimento della fattiva e non comune capacità di abnegazione sempre dimostrata.

In allegato il decreto di nomina firmato: Il Ministro B. Giuliano

92) Nicola Rosati, da Tortoreto Spiaggia, 7 Aprile 1930, a Vincenzo Rosati, Regio Museo Artistico Industriale, via Conte Verde, 53, Roma; busta 2, fascicolo 4

“Tutti sono d’accordo per far tornare Iole per le vacanze di Pasqua e farle godere un po’ di aria nativa, sapendola sciupata, così anche tu potresti tornare per non farla venire sola. Tutti ti pregano e sono sicuro verrai. Un intoppo per la spedizione del vino, dietro le regole del nuovo dazio. Spedendo la damigiana a Ferrari, il consumatore dovrebbe pagare il dazio di lire 40. Aspetto una tua decisione. Peppino tornerà pure per qualche giorno. Rispondimi subito. Con saluti di tutti, credimi Nicola”.

93) Alberto Gerardi, da Roma, 20 Agosto 1930, a Vincenzo Rosati, Ponzano; busta 1, fascicolo 16

Pregiatissimo Professore, sto lavorando tenacissimamente la coppa dei Pomilio e appena ultimata volerò a portarla. Il lavoro viene benissimo ma Lei sa che non lo lascio se non quando la mia coscienza m’avverte d’aver compiuto il mio dovere. La fusione presenta ogni tanto qualche piccolo guaio che bisogna riparare perché il lavoro risulti nettissimo, come tagliato nel cristallo. In ogni modo, fatto il modello, fatto tutto. Lei intanto, mio caro e desiderato amico, goda la divina natura e si riposi anche un poco per il suo affaticatissimo Gerardi”.

94) Alfonso Di Vestea, da Maresca, Pistoia, 10 Settembre 1930, a Vincenzo Rosati, presso Lodovico Costanzo, Pescara; busta 1, fascicolo 26

Comunicazione del colloquio avuto col professor Collodi e, in conclusione:“Penso a te leggendo oggi nel N° 9 de “Le vie d’Italia” un bell’articolo sulle Gole del Salinello e relative grotte presso la tua Civitella. Siamo in questo salubre angolo della montagna pistoiese per ragioni di cura della mia compagna. Ti abbraccio e saluto tuo Di Vestea”.

95) Isidoro Di Marcantonio, da Roma, 20 Settembre 1930, a Vincenzo Rosati,  presso Costanzo, Rione Rampogna, Pescara; cartolina postale intestata Museo Artistico Industriale, Roma; busta 1, fascicolo 28

Espressioni di vivo rammarico per non aver trovato l’oro vecchio richiestogli: sul mercato c’è solo l’oro giallo e per invecchiarlo bisogna patinarlo con un po’ di anilina e terra gialla e nera. Ha promesso la propria collaborazione al Ferrari per la ricerca di un convitto che a viale Manzoni non è possibile trovare.

96) Isidoro Di Marcantonio,  da Roma, 27 Settembre 1930, a Vincenzo Rosati,  presso Costanzo, Rione Rampogna, Pescara; busta 1, fascicolo 28

Comunicazione dell’avvenuto invio del libretto (?) del peso di 22 Kg della migliore qualità, acquistato per 8 lire da un privato cui lo ha indirizzato Buvignati.

97) Giovanni Sparaciari, da Iesi, 2 Ottobre 1930, a Vincenzo Rosati, Direttore Scuola Industriale, Pescara; busta 1, fascicolo 24

Annuncio di un’imminente visita prima del ritorno a Catanzaro.

98) Roberto Papini, Isidoro Di Marcantonio, Augusto Ferrari, da Roma, 31 Dicembre 1930, a Vincenzo Rosati,  Ponzano; cartolina illustrata; busta 1, fascicolo 22

Gradisca i più felici auguri di chi la ricorda sempre con affetto”.  

99) Isidoro Di Marcantonio, Ferrari Augusto, Baroni Pietro, da Roma, 1 Aprile 1931, a Vincenzo Rosati, Ponzano; carta e busta intestate Regio Museo Artistico Industriale in Roma; busta 1, fascicolo 22

Manifestazione di disappunto per la lontananza dell’amico: non dimenticheranno mai i bei tempi in cui hanno avuto la fortuna di essere guidati e consigliati dal loro “impareggiabile Direttore”. Notizie sul “disgraziato Museo” che il 23 marzo ha ricevuto la visita ufficiale del Sottosegretario On. Di Marzo accompagnato dal Commendator Ruberti. Nel laboratorio di ceramica si è istallato l’onorevole Cascella con due figli (Tommaso e Gioacchino) per eseguire un fregio in mattonelle maiolicate per la nuova stazione di Milano. Un lavoro imponente (circa 10000 mattonelle) che li occuperà fino a tutto Giugno. Invito ad essere a Roma per la Quadriennale, “così potrà vedere il fior fiore della produzione artistica ultra moderna”. Roberto Papini aggiunge: “Carissimo amico, da quando è andato via Lei, le cose nel Museo vanno di male in peggio. Dunque Lei era il portafortuna e bisogna che torni. Ha capito? Auguri fatti col cuore affezionato dal suo Roberto Papini”.

100) Alberto Gerardi, da Roma, 10 Aprile 1931, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 16

Ringraziamenti per la bella lettera ricevuta e, in conclusione: “Anch’io spesso penso alla sua bontà, alla sua fiera intransigenza contro tutto ciò che è falso e vile. Venga, venga che riprenderemo i nostri brevi e succosi discorsi. Con piacere le dico che il nostro amato Papini è sempre più buono con me. Verrà a stabilirsi a Roma? Auguri, auguri a Lei di tutto cuore dal suo tanto affezionato  Alberto Gerardi”.

101) Vincenzo Rosati, da Milano, 23 Aprile 1931, a Roberto Papini, R° Istituto Professionale, Roma; cartolina illustrata con Facciata Galleria V. Emanuele II°, Milano; busta 1, fascicolo 16

Da qui un affettuoso e devoto saluto. Vincenzo Rosati”.

102) Roberto Papini, da Roma, 13 Ottobre 1931, a Vincenzo Rosati, Ponzano, Teramo; carta e busta intestate, Regio Museo Artistico Industriale in Roma;  busta 1, fascicolo 22       

“Amico carissimo, il Ministero dell’Educazione Nazionale ha deciso che la mia opera di Commissario di Governo abbia fine con la chiusura dell’anno scolastico. Mi allontano con dolore dal posto che ho tenuto, in mezzo a difficoltà  spesso gravi, ma con assidua passione per tre anni. I risultati sono visibili. So che questi non si sarebbero ottenuti se gli insegnanti non fossero stati eccellenti, tutti animati da una stessa fede, da una stessa severa coscienza, da una concordia quale è stata tra noi, veramente fraterna. Perciò mi rivolgo con gratitudine vivissima alla S V per dirle, e non soltanto io, ma il R° Museo e gli allievi, quanto le siamo riconoscenti per l’opera sua di insegnante quale non poteva desiderarsi migliore, più fervida, più efficace. Il Regio Museo Industriale ha non solo riacquistato ormai quel diritto ad esistere che anni di decadenza gli avevano menomato, ma è stato condotto con metodi nuovi e con rinnovato spirito ad essere un modello di scuola che i competenti hanno apprezzato. Possa il Regio Museo continuare a vivere e prosperare per il bene delle arti italiane. Rinnovo l’espressione del mio animo grato e della mia convinta e affettuosa stima. Il Commissario del Governo Roberto Papini”.

103) Roberto Papini, da Roma, 3 Novembre 1931, a Vincenzo Rosati, Pescara; carta intestata Regio Museo Artistico Industriale in Roma; busta 1, fascicolo 22

La sua lettera mi è stata e mi è carissima testimonianza della sua affettuosa amicizia a cui tengo molto. E poi mi fa moltissimo piacere che la sua attività e la sua competenza possano trovare ottimo sfogo nel nuovo incarico per il quale Le faccio tutti gli auguri di buona fortuna. Le stringo forte la mano Roberto Papini”.

104) Alberto Gerardi, da Roma, 26 Novembre 1931, a  Vincenzo Rosati, Pescara; busta intestata Regio Museo Artistico Industriale in Roma; busta 1, fascicolo 16

Eccomi a Lei con la corda al collo a domandare perdono per il silenzio che ho tenuto. Anche più grave è la mia colpa perché avrei dovuto subito rallegrarmi con Lei e con la scuola Industriale di Pescara per quanto è avvenuto, che è bello. Dunque di nuovo al lavoro con animo sempre alto e virile. Col palpito del mare, nella gioia del sole, si ravvivi la sua scuola e produca fiori e frutti lieti. Dialuce sta finendo il suo lavoro. E’ veramente al termine e Le sarà subito spedito. Mi ricordi ai Pomilio per favore. Mille voti di felicità e un abbraccio dal suo Alberto”.

105) Isidoro Di Marcantonio, da Roma, 27 Dicembre 1931, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 28

Invio di rallegramenti per “la rifiorita operosità che si è messa ad aprire nuovi solchi alle energie ed alle speranze industriali della nostra terra forse non infeconda”. Con l’amico Ferrari parlano spesso delle tristi vicessitudini del Museo e temono che col passaggio delle scuole allo Stato, il Governatorato voglia disfarsene senza corrispondere alcun tributo. Non improbabile gli appare l’eventualità di doversi ritirare nell’eremo di Montefino a fare il Cincinnato “nello squallore dei nostri campi poveri, ma almeno liberi.  

106) Alberto Gerardi, da Roma, 4 Gennaio 1932, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 16

Notizie sulle scuole del Museo in cui si continua a seguire il metodo del Papini, poi: ”Ho chiesto a Dialuce il conto delle spese incontrate per l’esecuzione dei due torceretti. Secondo le sue notizie credo non si possa far meno di 325 l’uno. E’ contento lei così? In ogni modo, pur di contentarlo, non è stato messo che il costo. Addio, gentile amico: mi conservi nelle sua buona considerazione. Le spedisco un articolo di Biancanale a proposito di una mia recente mostra a Roma nel Palazzo Doria. L’abbraccia con vera devozione il suo amico Alberto Gerardi”.

107) Giovanni Sparaciari, da Catanzaro, 20 Gennaio 1932; a Vincenzo Rosati, Castellammare Adriatico, Pescara; busta 1, fascicolo 24

Caro amico, mi sembrava impossibile come nel suo forte e gentile Abruzzo non avesse da trovare qualche sede di Scuola Industriale magari da controllare a distanza. Lei non poteva rassegnarsi, 40 anni di cristallina attività ed amor  vegeto, a dare l’addio alla sua operosità! Il suo grido di entusiasmo e di forza giovanile conferma in pieno il mio dire. Così di nuovo al timone di una erigenda Scuola centrale abruzzese a tipo Artistico Industriale che dovrà far capo a tutti gli studi del genere in detta Regione. Come si vede, l’idea è monumentale. Essendo in questo caso il Ministero alquanto da parte, io credo che sotto la sua valida esperienza, capacità e forza di coraggio, Ella potrà fare più di quanto non creda”. Viene poi comunicata la morte del Presidente della scuola Industriale di Catanzaro, ingegner Foderaro, la nomina del nuovo Presidente avvocato Scalfaro e la notizia che il Direttore Paterno ha chiesto un anno di aspettativa per occuparsi dei propri affari come direttore di bonifica con studio in Catanzaro. “Capisce Signor Direttore come le stanno riducendo la Sua, dico la Sua scuola!…”.

108) Valerio Mariani, da Roma, 23 Gennaio 1932, a Vincenzo Rosati, Direttore Scuola Industriale, Pescara; cartoncino con logo e scritta Valerio Mariani; busta intestata R. Istituto D’Archeologia e Storia dell’Arte, Palazzo Venezia 3, Roma; busta 1, fascicolo 17

Caro e Illustre ing. Rosati. Mi scusi se rispondo appena un biglietto e tanto in ritardo, alla sua bella lettera che, non le nascondo, mi ha dato sfumature di commozione fraterna. Sono stanchissimo e occupato in mille faccende: non voglio tardare oltre a risponderLe, tuttavia le prometto che scriverò subito e a lungo perché ho una gran voglia di stare un poco con Lei anche se non potrò subito accettare il suo invito attraente a venirla a trovar e a batterle cordialmente le mani per il lavoro fervido che va organizzando con tanto entusiasmo. La sua è per me davvero una di quelle vite esemplari in cui mi specchio con nostalgia e rimpianto. Sono ormai  passati  i tempi della lenta e solida formazione tecnica: ma non ne parliamo. A presto suo Valerio Mariani”.

109) Alberto Gerardi, da Roma, 10 Febbraio 1932, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 16

“Gentile amico, grazie delle 500 a quietanza delle due lumiere e grazie soprattutto per le sue belle esortatrici parole. Eccomi qua, amico mio, col cuore in pena per molte contrarietà, prima fra tutte l’impossibilità di esprimermi come amerei. Sto preparando una piccola mostra a Firenze ove figureranno nuove cose e nuovi disegni. Firenze, capisce? Solo questo nome fa tremare gente ben più degna di me. In ogni modo mi faccio coraggio, studio e lavoro. Addio caro indimenticabile amico, mi voglia sempre bene come io gliene voglio. Alberto Gerardi”.

110) Vincenzo Rosati, da Pescara, 29 Marzo 1932, al Ministro dell’Economia Nazionale, Roberto Papini, Roma; minuta lettera;  busta 1, fascicolo 22

Caro amico. Il Capodanno è occasione propizia per manifestarle ammirazione e riconoscenza, a lei rammentando la malvagia apatia ministeriale nel riunire i frantumi del Regio Museo Industriale da me raccolti con sudati stenti. Passano gli anni ma rimangono le opere migliori e fra queste la sua che purtroppo è rimasta a un punto fermo con dubbia speranza di vederla compiuta. Gerardi che ora ne segue la sorte è fra le spine e implora la salvezza dalla pietà dei suoi santi. Meglio per noi esserne lontani senza rimorso di coscienza. Accolga gli auguri e i miei voti per l’elevazione al miglior posto che merita. Di cuore mi creda suo Vincenzo Rosati”.

111) Giovanni Sparaciari, da Catanzaro, 26 Aprile 1932; a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 24

Notizie del Direttore della scuola Industriale di Catanzaro, Alberto Isnardi, che fu direttore della scuola di Livorno, e del professor Preti in servizio a Pescara, proveniente dalla scuola di Catanzaro.

112) Giovanni Michelucci, da Roma, 3 giugno 1932, a Vincenzo Rosati, Riviera di Castellammare, Pescara; carta intestata Architetto Giovanni Michelucci, Roma, via Romanello da Forlì, 76; Firenze, piazza Santa Maria Novella; busta 1, fascicolo 6

Compiacimenti per l’attività che il Rosati svolge ”nella sua Pescara” e notizie del Museo dove le cose procedono sempre peggio. “Lei mi ricorda il “buon Pilotti”. Io sono stato suo assistente in prova per due mesi a Pisa: scappai, giurando di non rimettere più piede dove fosse stato il caro amico. In quei due mesi io non vidi affatto la scuola, occupato com’ero a disegnare per lui progetti su progetti. Non so quali titoli abbia per essere arrivato a tal posto. Conoscendolo si può spiegare tutto: la sua attività è fantastica. Del progetto di cui lei mi parla non so nulla. Chi l’avrà fatto? Qua a Roma lo conoscono tutti gli architetti perché lavorano spesso per lui. Io sto lavorando ai progetti della nuova città universitaria, essendo stato chiamato insieme ad altri 6 architetti a un così arduo compito. Con i più cordiali saluti. Giovanni Michelucci”.

113) Opuscolo “Giuseppe Casciaro, testo di Salvatore Di Giacomo”; 1930-1932; busta 1, fascicolo 7

 Bella introduzione, elenco dei dipinti a olio e a “pastello colorato” del pittore, riproduzione di 8 paesaggi.

114) Giovanni Sparaciari, da Iesi, 7 Settembre 1932, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 24

Annuncio prossima visita a Pescara.

115) Giovanni Sparaciari, da Catanzaro, 29 Settembre 1932, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 24

Comunicazione avvenuto arrivo a Catanzaro per partecipare al Consiglio del Collegio degli insegnanti della scuola Industriale con il Direttore Isnardi che ricambia i saluti. La scuola attraversa un periodo di crisi per mancanza di alunni che non si iscrivono perché il Tirocinio, come tipo di scuola, non va dal momento che dopo sette anni di frequenza rilascia un semplice diploma da operaio specializzato “e la riforma è in alto mare”.

116) Giovanni  Sparaciari, da Catanzaro, 17 Ottobre 1932, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 24

Annuncio ufficiale sostituzione del Direttore Paterno con l’ingegner Alberto Isnardi che fu Direttore anche a Livorno. “La scuola ne ha guadagnato il mille per mille”. Richiesta di una raccomandazione da rivolgere al preside della Scuola d’Arte di Macerata, professor Diamantini, per ottenere un posto da professore di Plastica in quell’Istituto, essendo in vista una contrazione di posti con il nuovo regolamento già entrato in vigore, che prevede l’abolizione di diverse materie di carattere artistico nelle scuole di Tirocinio.

117) Alberto Gerardi, da Roma,  2 Novembre 1932, a Vincenzo Rosati, Pescara; carta intestata R° Museo Artistico Industriale in Roma;  busta 1, fascicolo 16

Mi è assai di conforto il tuo autorevole consenso in questi giorni di turbamento e di dubbi: turbamento e dubbi che vengono dalla consapevolezza del mio scarso merito -non faccio della modestia- e da molte incognite che sento o credo di sentire agitarsi nell’aria. Caro e venerato amico, ho tanti buoni progetti da realizzare, ma mi trovo tra tanti ostacoli. Dio mi dia le forze occorrenti per vincere e concludere quanto bramo in modo onorevole. Penseremo anche a riordinare le collezioni alla meglio perché la polvere e l’incuria distruggono tutto. Seguiti a volermi bene come io gliene voglio. L’abbraccio.  Alberto Gerardi”.

118) Roberto Papini, da Roma, 2 Novembre 1932, a Vincenzo Rosati, Ponzano; busta 1, fascicolo 22

Invito a raggiungerlo nella sua casetta con giardino, ormai finita.

119) Gino Cappelletti, da Pescara, 5 Dicembre 1932, a Vincenzo Rosati, Direttore Scuola Industriale, Pescara; biglietto intestato Federazione Provinciale Fascista; busta 1, fascicolo 10

Invito ad intervenire al Convegno Provinciale Dirigenti ONB.

120) Gianluigi Mercuri, da Pescara, 7 Dicembre 1932, a Vincenzo Rosati, Direttore Scuola Industriale, Pescara; carta intestata Federazione Provinciale Fascista; busta 1, fascicolo 10

Richiesta d’iscrizione alla Federazione e collaborazione economica non inferiore a lire 300 per la costruzione della Casa del Fascio.

121) Pietro Baroni, da Roma, 23 Dicembre 1932, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 1

Notizie del Museo in cui Giuntini è tornato come segretario e in conclusione: ”Ho saputo che la sua scuola fa progresso: speriamo si faccia onore dopo averla presa Lei. Questo povero Museo, andato via Lei e il Commendator Papini, è completamente rovinato. Ora abbiamo il professor Gerardi che cerca di mandarlo avanti bene ma…speriamo. Ogni tanto ci vediamo con Ferrari; i nostri discorsi vanno sempre a Lei. Che belle giornate si passavano in ufficio…ora che malinconia! Buon Natale e Buon anno. Suo devotissimo Pietro Baroni”.

122) Isidoro Di Marcantonio, da Roma, 1 Gennaio 1933, a Vincenzo Rosati, Ponzano; busta 1, fascicolo 28

 Aggiornamento sulle condizioni delle scuole del Museo di Roma in cui “i professori Parisini e Galimberti hanno ripreso i loro posti di titolari di decorazione e gli altri si sono dovuti adattare alla  funzione di Assistenti. Per la pittura ci sono state la designazione di Rosso per la composizione e Galimberti per la decorazione, mentre per la plastica, tra Parisini e Prini…l’uno, riconquistata la greppia sicura, tira i calci da tutte le parti e raglia contro i demeriti dell’altro e dei suoi protettori.  E la lotta è fatta di perfide calunnie, è rettilesca, è vile. Il tatto del professor Gerardi e il prestigio del professor Serra potranno forse tenere ancora un po’ in equilibrio questo edificio barcollante. Il Museo potrà forse ancora agonizzare, ma le scuole sono irrimediabilmente condannate…C’è mancato poco che il professor Palazzi riuscisse a far fondere il Museo con la sua scuola di ceramica di S. Salvatore in Lauro!”.

123) Valerio Mariani, da Roma, 14 Gennaio 1933, a Vincenzo Rosati, Pescara; carta da lettere intestata, con logo; busta 1, fascicolo 12

Rallegramenti per la nuova attività a Pescara. Notizie dell’artista Cambellotti e dello scultore Alberto Gerardi che da poco ha fatto un’aquila in ferro massiccio davvero bellissima ed energica, più bella di quella sbalzata, esposta tempo prima. In conclusione: “Entrando nel Museo Artistico Industriale e nell’Istituto ho tanto pensato a Lei! Quante cortesie ho avuto da Lei per potermi studiare le statue lignee a mio gusto! I miei fratelli lavorano abbastanza, uno è a Viterbo con la società elettrica “Valsinia”, l’altro va a misurare il terreno della Valle del Tevere in una società per l’irrigazione. Tanti auguri affettuosi da Valerio Mariani”.

124) Giovanni Sparaciari, da Catanzaro, 8 luglio 1933, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 24

Ringraziamenti per la raccomandazione presso il Ministero, volta a fargli ottenere il trasferimento nella scuola d’Arte di Macerata diretta dal professor Diamantini. Annuncio di una sosta del professor Casale a Pescara dove avrebbe piacere di incontrarlo.  

125) Giovanni Sparaciari, da Iesi, 31 Luglio 1933, a Vincenzo Rosati, via Principe Eugenio 51, presso Muzio Muzi, Roma; busta 1, fascicolo 24

Da Iesi, dove si trova presso i suoi, invia saluti e auguri.

126) Giovanni Sparaciari, da Iesi, 6 Settembre 1933, a Vincenzo Rosati, Ponzano; busta 1, fascicolo 24

Notizia trasmessa all’amico che, a causa dei nuovi provvedimenti riguardanti i Pensionati dello Stato, non potrà più rimanere alla Direzione della scuola Industriale di Pescara.

127) Alberto Gerardi, da Roma, 21 Novembre 1933, a Vincenzo Rosati, Ponzano; carta intestata Regio Museo Artistico Industriale in Roma, via Conte Verde 51, Il Direttore; busta 1, fascicolo 16

Esternazioni di vivo rammarico per l’offerta ridicola di 1200 lire ricevuta dalla Galleria d’Arte Moderna che gli ha commissionato una scultura e che, al momento della consegna dell’anticipo, gli ha sequestrato un oggetto non venduto. ”Invidio la sua solitudine e il suo ritiro. Questo benedetto Museo non vuol dar pace. Forse la colpa è delle Muse, sono nove donne, che per quanto elette siano, son sempre donne. Ora si stanno rimettendo su le collezioni e si tenta di dar tono serio all’ambiente. Grazie ancora gentile amico e seguiti a ricordare il suo molto affezionato Gerardi”.

128) Isidoro Di Marcantonio, da Roma, 17 Dicembre 1933, a Vincenzo Rosati, Pescara; busta 1, fascicolo 28

Tante belle parole di elogio e considerazioni sul degrado della scuola del Museo Artistico Industriale di Roma in cui si ha l’impressione di vera anarchia e sui professori Serra, Giuntini, Prini, Vighi, Rosso, Michelucci, Puppo, Lavagnino. Il direttore Gerardi per la maggior parte del giorno preso dal suo lavoro personale, dedica troppo poco tempo al Museo e alla scuola. A dire il vero, il Gerardi di me ha avuto una fiducia speciale e a me affida le pratiche private e il protocollo riservato. Il professor Serra ha ottenuto dal Ministero dei fondi per la ricostruzione del Museo e il riordino delle collezioni. Il professor Papini è ora direttore della Galleria d’Arte Moderna a Valle Giulia. Ha ottenuto l’annullamento del matrimonio ed  è fidanzato con la signorina De Kuzmik (quella ungherese che venne un po’ di tempo alla scuola di Prini come uditrice, che Lei facilmente ricorderà”.

129) Alberto Gerardi, da Roma, 21 Dicembre 1933, a Vincenzo Rosati, Pescara; carta intestata Regio Museo Artistico Industriale in Roma, via Conte Verde 51, Il Direttore; busta 1, fascicolo 16

La persona raccomandata avrà tutti i riguardi. Il Museo sta riordinando le collezioni: me ne occupo io. Oggi il posto che il commendator Ruberti ricopriva, lo ha il commendator Mastropasqua, persona ottima sotto tutti gli aspetti. Mio buon amico, bruci a Natale un ceppo per me, per me figlio di montanari e di artigiani, costretto qui a soffrire e a sognare l’impossibile! Dal commendator Papini passammo un caldo pomeriggio nell’ascolto della musica e nella contemplazione dei maschi pini che si godono dalla finestra della di lui casa. Ho esposto alla Mostra del Circolo delle Arti, indetta dal Sindacato. Per me è stato un lieto successo, ma per alcune cose c’è stata guerra e polemica. L’abbraccia Gerardi”.

130) Roberto Papini, da Roma, 24 Marzo 1934, a Vincenzo Rosati, presso Francesco Malaspina, via Simone Martini, 18, Milano; busta 1, fascicolo 22

Partecipazione di nozze Roberto Papini - Livia de Kuzmik.

131) Roberto Papini, da Roma, 19 Aprile 1934, a Vincenzo Rosati, via Simone Martini, 18, Milano; cartolina postale intestata Regia Galleria Nazionale D’Arte Moderna, Direzione; busta 1, fascicolo 22

A Lei, amico carissimo e fedelissimo, mandiamo con Livia tutti i ringraziamenti  del nostro cuore. Siamo finalmente e pienamente felici e speriamo vederla presto a Roma. Roberto Papini”.

132) Roberto Papini, da Roma, 19 Aprile 1934, a Vincenzo Rosati, via Simone Martini, 18, Milano; cartolina postale intestata Regia Galleria Nazionale D’Arte Moderna, Direzione; busta 1, fascicolo 22

Comunicazione nuovo indirizzo: Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, 13, Roma.

133) Alberto Gerardi, Direttore R° Museo Artistico, da Roma, 20 Aprile 1934, a Vincenzo Rosati, presso Francesco Malaspina, via Simone Martini, 18, Milano; busta 1, fascicolo 22

Invito a presenziare la riapertura al pubblico delle Collezioni d’Arte del R° Museo Artistico Industriale, nuovamente riordinate, il 22 aprile alle ore 10,30. Firmato: il Presidente del Consiglio di Amministrazione Luigi Serra, il Direttore Alberto Gerardi. 

134) Raffaele De Vico, da  Roma, 27 Giugno 1934, a Vincenzo  Rosati, Ponzano; busta 1, fascicolo 6

Amato maestro, ricevetti la viva raccomandazione per Enrico Casalena, II° Liceo, ma non ho risposto subito perché ho voluto seguirlo in tutti gli esami”. Seguono elogi. Poi: ”Quel che pagherei per rivederla disegnare sapientemente con la carbonella sulle pareti della fabbrica di Civitavecchia!”.

135) Roberto Papini, da Roma, 31 Dicembre 1934, a Vincenzo Rosati, Ponzano; cartoncino e busta  intestati, Regia Galleria Nazionale D’Arte Moderna, Il Direttore; busta 1, fascicolo 22

Ringraziamenti per la lettera ricevuta. Informazioni sulla propria attività lavorativa: è stato chiamato ad insegnare Storia dell’Arte e Stili di Architettura nell’ Istituto Superiore di Architettura di Firenze e ne è contentissimo.

136) Alberto Gerardi, da Roma, 23 Marzo 1935, a Vincenzo Rosati, Ponzano; busta e carta con intestazione R° Museo Artistico Industriale in Roma, Via Conte Verde, 51; busta 1, fascicolo 22

Mio caro amico, ho colto questo minuto per dirle la mia gratitudine per tanto amoroso interesse che ella prende alle mie modeste cose…Lei che ha dato alla Scuola le sue migliori energie ha diritto di parlare come parla perché le cose in genere non volgono al bene, ma si sa, molti i chiamati e pochi gli eletti! Sapesse come Le sono sinceramente grato di ricordarsi così affettuosamente di me. Seguiti ad amarmi come io l’amo e gradisca le espressioni più affettuose del suo A. Gerardi”. 

137) Valerio Mariani, da Roma, 20 Dicembre 1935, a Vincenzo Rosati, Ponzano; cartolina illustrata con dipinto “Malta”; busta 1, fascicolo 18

Ringraziamenti, anche da parte della mamma, per gli auguri ricevuti che ricambia “ben rammentando l’antica amicizia che ci lega a Lei! Buon anno. Valerio Mariani”.

138) Roberto Papini, da Roma, Palazzo Barberini, 10 Gennaio 1936, a Vincenzo Rosati, via Cavour, 96, Mantova; busta 1, fascicolo 22

Livia e Roberto contraccambiano di cuore gli auguri”.

139) Isidoro Di Marcantonio, da Roma, 30 Dicembre 1936, a Vincenzo Rosati,  Ponzano; busta 1, fascicolo 28

Comunicazione disgrazia che ha colpito il professor Gerardi il cui unico figlio, Lucio, Sottotenente pilota, è caduto sul campo di Campoformio restando vittima della sua audacia.

140) Alberto Gerardi, da Roma, 7 Gennaio 1937,  a Vincenzo Rosati,  Ponzano; busta 1, fascicolo 16

Biglietto di risposta alle condoglianze ricevute per la morte del giovane figlio Lucio. “La sventura che mi ha colpito è troppo grande e io non so difendermi che con la speranza che Dio voglia aiutarmi. A Lei la mia riconoscenza per la sua pietà e per il suo affetto. Alberto Gerardi”.

141) Maria Rosati Leonetti, da Mantova, 23 Dicembre 1938, a Vincenzo Rosati, Ponzano; busta 3, fascicolo 6

Maria comunica allo zio di aver trovato le cartoline di Mantova che lo interessano e gli assicura che gliele spedirà quanto prima. Lo informa che le figliole stanno bene e crescono. A Mantova nevica e fa freddo, ma in casa coi termosifoni  si gode un tepore primaverile ed uniforme. La zia Giulia Leonetti è diventata una maestra nei lavori a maglia.

Segue un post scriptum del marito, ingegner Giulio Leonetti che invia tanti auguri e comunica che vorrebbe interessarsi del Ruzzo, ma gli mancano gli appoggi e le collaborazioni locali per mantenere i necessari contatti. Anche per l’utilizzazione degli asfalti abruzzesi, “oggi più che mai interessanti”, si è procurato bibliografia e dati e ne ha dei campioni; ha trovato diversi tipi di forni di distillazione, ma anche per questo gli mancano corrispondenti locali e conoscenze con gli Amministratori.

142) Alberto Gerardi, da Roma, 1 Gennaio 1941, a Vincenzo Rosati, Ponzano; carta da lettere azzurra con busta dello stesso colore; busta 1, fascicolo 14

Il professor Gerardi che nel 1936 ha perso il figlio Lucio, Sottotenente pilota, dichiara di aver usato carta da scrivere azzurra “non per snobbistica raffinatezza, ma perché l’amò un altro, e questi l’amava perché era simbolo dell’infinito spazio da correre con anima libera e guerriera”. Aggiunge che per lui “il tempo non ha quasi più senso, scorre così, portando anni e dolori. Qui, dove voi avete con intelligenza e cuore lavorato e sperato, abbiamo perduto l’ottimo Serra, presidente, e ad esso è succeduto un mio buon amico pittore e scrittore di autentiche belle qualità. Lavoro con tutte le mie forze, sono stato chiamato, dopo il buon successo di una mia statua in cotto, tre metri alta circa, ad assumere alcuni lavori per l’Esposizione Universale. La ricordo con rispettoso affetto. Alberto Gerardi”.

143) Vincenzo Rosati, da Ponzano, 10 Gennaio 1941, a Alberto Gerardi, Roma; minuta lettera; busta 1, fascicolo 14

Risposta alla missiva del primo Gennaio 1941, vergata con caratteri in parte incomprensibili. Uno stralcio: “Anch’io vivo nell’azzurro che sovrasta il mio orizzonte fra verdi colline degradanti verso il Mar Adriatico azzurrissimo[] io vivo  nell’aria libera dei campi immerso nei ricordi passati ed aspettando tranquillamente la morte []”.

APPENDICE 1: Corrispondenza con i Direttori della Biblioteca Melchiore Delfico di Teramo alla quale, con testamento datato 15 Settembre 1943, Vincenzo Rosati fa dono del materiale raccolto in tanti anni di studio e di lavoro.

144) Vincenzo Rosati, da Ponzano, 15 dicembre 1941, a Grazia Salvoni Savorini, Biblioteca Melchiorre Delfico, Teramo; busta 1, fascicolo 5

 “Mia buona Signora, oltremodo grata mi è l’occasione di rivolgermi a voi, eletta immagine di vostro padre, che visse con me fraternamente. Nell’accenno del mio dono alla Biblioteca Melchiorre Delfico, fatto nell’otto del corrente dal giornale Il Solco, sarebbe già seguito un fatto compiuto se l’ebanista Orsini di costà, mi avesse costruiti i mobili sui disegni che gli consigliai con esaurienti spiegazioni verbali. Non ricevo ancora risposta riguardo il preventivo promesso, malgrado l’avessi sollecitato due volte, per iscritto. Per brevità di tempo, vi prego fidando nella vostra cortesia, d’intervenire di persona per ottenere da lui la desiderata risposta. Attendo da Milano quanto occorre per  le mie collezioni di disegni e di fotografie, da disporre in cartelle e in fogli adatti a conservarli in armadi o ad esporli agli studiosi. Lavoro paziente, che evocandomi l’operosità mia del passato, darà il miglior conforto alla mia solitudine in questo remoto luogo agreste. Rendendovi grazie dell’invocata cortesia, cordialmente credetemi vostro Vincenzo Rosati”.

145) Vincenzo Rosati, da Ponzano, 7 Gennaio 1942, a Grazia Salvoni Savorini, Biblioteca Melchiorre Delfico, Teramo; busta 1, fascicolo 5

 “Gentilissima Signora, non vi sarete dispiaciuta della preghiera che vi feci, con altra mia, d’informarmi se l’ebanista Orsini vorrà farmi i noti mobili sui disegni che gli consegnai. In caso negativo, senza perdere più tempo, mi rivolgerò altrove. Ringraziandovi della cortesia che vi compiacerete usarmi, con affettuosi auguri, credetemi sempre vostro Vincenzo Rosati”.

146) Vincenzo Rosati, da Ponzano, 17 Gennaio 1942, a Grazia Salvoni Savorini, Biblioteca Delfico, Teramo; busta 1, fascicolo 5

 “Grazie della vostra sollecita premura. Scrivo all’Orsini per una terza volta, pregandolo di farmi sapere quale materiale ligneo e quale tecnica vorrà usare per costruire i mobili, sui disegni a lui consegnati, e il preventivo di spesa relativo a ognuno di essi. Se si giungerà al miracolo, spero, come voi ben dite, garantirmi la consegna di tutta l’opera, con garanzia legale, nell’epoca che l’Orsini potrà stabilire. Seguiterò ad informarvi, sperando che venga la risposta, con risparmio della cortese sollecitudine vostra. Con affettuosi saluti, credetemi vostro Vincenzo Rosati”. 

147) Vincenzo Rosati, da Ponzano, 7 Febbraio 1942, a Grazia Salvoni Savorini, Biblioteca Melchiorre Delfico, Teramo; busta 1, fascicolo 5

Gentilissima Signora. L’Orsini è rimasto sordo e muto alle mie cortesi sollecitazioni, rivoltegli ripetutamente, nei due mesi trascorsi. S’egli non può costruirmi i mobili da me disegnati, può subito dirlo, se non per iscritto, verbalmente a voi, poiché in caso di promesse evasive o di netto rifiuto, farete cortesia di riprendervi i disegni e di spedirmeli qui, a Ponzano. Saprò trovare artigiani abituati al rispetto di costumanze civili. Per tale segnalato favore, che avrete la bontà di farmi, avrò vivo il sentimento della mia riconoscenza. Credetemi sempre vostro Vincenzo Rosati”.

 148) Vincenzo Rosati, da Ponzano, 20 Febbraio 1942, a Grazia Salvoni Savorini, Biblioteca Melchiorre Delfico, Teramo; cartolina postale; busta 1, fascicolo 5

 “Vi ringrazio della vostra premura sottratta, con mio rincrescimento, alle affettuose premure del vostro bambino indisposto. Mi farete cortesia di ritirare i tre disegni dei mobili consegnati all’Orsini, e di tenerli presso di voi, finché non verrò io stesso a riprenderli, in un giorno di bel tempo, che spero non tarderà a venire nell’imminente primavera. Con devoti sensi di particolare mia stima, credetemi. Vostro Vincenzo Rosati”.

149) Vincenzo Rosati, da Ponzano, 8 Luglio 1942, a Grazia Salvoni Savorini, Biblioteca Melchiorre Delfico, Teramo; busta 1, fascicolo 5

Gentilissima signora, il vostro pensiero della cartolina pervenutami, m’induce a farvi conoscere il mio laborioso lavoro contrastato dalle attuali condizioni belliche, per allestire il materiale frammentario di storia e d’arte, da me raccolto per donare al MInistero. Ho superato le maggiori difficoltà con l’aiuto di un caro alunno, salito in onore di ricchezza a Milano, che mi ha procurato i cartoni doppi e i nastri per attaccarvi le fotografie, carta per cartelle ed altre molte minuzie. In quanto ai mobili, dopo varie richieste, rimaste evasive in più centri industriali, con un po’ di coraggio giovanile che ancora m’è rimasto, ho educato al mestiere di falegname un contadino spaccalegna di qui, il quale con paziente docilità, sottomissione e buona volontà, s’è messo in grado di servirmi con mia soddisfazione. Egli costruirà 4 vetrine con legno di castagno, racimolato alla Montagna dei Fiori, di m. 1,75 di altezza, m. 1,00 di larghezza e m. 0,45 di profondità; nel vano superiore saranno posti i cartoni delle fotografie e le cartelle dei disegni, nell’inferiore, vari cimeli d’importanza storica e artistica raccolti da me nella nostra provincia”. Segue una minuziosa descrizione dei mobili stessi e di come dovranno essere collocati nel piccolo locale della Biblioteca disponibile, unitamente ai propri ritratti e ai dipinti di Casciaro, Muzii e di altri artisti. “Considerando il piccolo locale ora disponibile, e prevedendone un altro più conveniente, si potranno esporre nelle pareti i cartoni delle fotografie, nei quali io farò mettere appositi cordoncini per appenderli alle pareti. Questi brevi cenni basteranno, per ora, a darvi un’idea di quanto sarà fatto con una certa larghezza di tempo, per completare un ordinato allestimento di tutto il materiale costituente il mio dono; verrà il momento di presentare, con un completo elenco, la domanda al Ministero per avere l’accettazione della mia offerta. Ringraziandovi della vostra amabile intenzione di validamente cooperare al compimento di un’opera civile, con sensi di sincera stima, vostro devotissimo Ingegner Vincenzo Rosati”.

150) Piantina sistemazione mobili che dovranno contenere il materiale “donazione Rosati” nelle sale della Biblioteca Delfico; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 2.

151) Vincenzo Rosati, da Ponzano, 23 Giugno 1943, a Giovanni Muzj, Biblioteca Melchiorre Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 1

Ringraziamenti per la saletta della Biblioteca messa a sua disposizione. “E’ ben adatta e conveniente a conservare, senza tema di dispersione, la raccolta di disegni, di fotografie e di svariati cimeli da me raccolti nella permanenza direttiva nelle Scuole Industriali del Regno”. Segue richiesta indicazione dell’Ufficio cui  rivolgersi per donare la raccolta allo Stato; non può mandarla se prima non riceve risposta d’accettazione dal Ministero. Occorrerà altro tempo per completare il riordino del materiale e farne l’elenco che potrà servire da catalogo. “Con dovuti sensi di cordiale stima, suo devotissimo Vincenzo Rosati”.

152) Giovanni Muzj, da Teramo, 5 Luglio 1943, a Vincenzo Rosati, Ponzano; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 1      

Il Direttore della Biblioteca Delfico fa presente che il Rettore del Convitto ritiene pericoloso fare la donazione allo Stato che ne potrebbe disporre la destinazione ad altro ente. ”La V. S. dovrebbe fare la donazione alla Biblioteca Delfico, imponendo magari delle condizioni opportune per tutelare meglio la raccolta. In essa i suoi studi saranno conservati degnamente e rimarranno con sicurezza nella regione ove la S.V. è nata e che ha illustrata. Esamini la questione sotto questo punto di vista e mi faccia conoscere quel che avrà stabilito. Gradisca il mio devoto e profondo ossequio ”.

APPENDICE 2: Corrispondenza successiva alla morte di Vincenzo Rosati avvenuta il giorno 1 Novembre 1943,  utile per ricostruire le fasi conclusive della donazione.

153) Giovanni Muzj, Direttore Biblioteca Delfico, da Teramo, 12 Luglio 1944, a Vincenzo Rosati, Ponzano; carta intestata R. Convitto Nazionale M. Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 4

 “Illustre professore. Dovendo riordinare la Biblioteca M. Delfico, La prego di farmi conoscere se Ella persista nell’intenzione di trasferirvi la sua collezione di disegni di opere d’arte, dovendo altrimenti destinare ad altro uso la saletta che dovrebbe raccogliere detta collezione. La Biblioteca è deficiente di locali, perciò La prego prendere la sua decisione con una certa urgenza. In attesa La ossequio profondamente”.

154) Giovanni Muzj, Convitto Nazionale Melchiorre Delfico, da Teramo, 28 Luglio 1945, a Notaio Ciccola, Civitella del Tronto; carta intestata R. Convitto Nazionale M. Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 4

Richiesta di mediazione con gli eredi dell’ingegnere Vincenzo Rosati.

155) Giovanni Muzj, da Teramo, 17 Gennaio 1951, a Ivo Ronchi, Civitella; carta intestata R Convitto Nazionale M. Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 5

Richiesta rivolta a Ivo Ronchi (marito di Iole Rosati, esecutrice testamentaria del defunto Vincenzo), perché si occupi della consegna del materiale donato alla Biblioteca.

156) Giovanni Muzj, Direttore Biblioteca Delfico, da Teramo, 25 Gennaio 1951, al Rettore del Convitto Nazionale “M. Delfico”, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 6

Si precisa che gli eredi del defunto Vincenzo Rosati a causa della guerra e per altre ragioni non hanno potuto ancora fare la consegna del materiale relativo alla donazione dello zio; si richiede inoltre una copia del testamento dell’ingegnere, conservato negli archivi.

157) Jole Rosati, da Civitella del Tronto, 30 Gennaio 1951, al Direttore Biblioteca Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 7

Risposta alla lettera del 17-1-1951. Jole Rosati fa presente che non ha ancora adempiuto alla volontà del defunto zio di cui intende onorare degnamente la memoria, perché la Biblioteca non dispone di una sala idonea per allogare i mobili contenenti gli oggetti donati. Chiede che l’Amministrazione Provinciale soddisfi le garanzie relative alla loro conservazione, garanzie di cui si fa parola nel testamento.

158) Direttore Biblioteca Delfico, da Teramo, 8 Febbraio 1951, al Presidente  Amministrazione Provinciale, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 8

Richiesta di un mezzo per il ritiro del “Fondo Rosati” ed elencazione dei motivi per cui la volontà dell’ingegner Rosati di donare alla Biblioteca non è stata ancora rispettata. Il locale per la sistemazione del materiale è già pronto.

159) Vittorino Tarquinii, Presidente Amministrazione Provinciale, da Teramo, 12 Febbraio 1951, al Direttore Biblioteca Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 9

Si comunica che sarà messo a disposizione un automezzo per il ritiro del materiale donato dal defunto ingegner Vincenzo Rosati di Ponzano e si richiede copia del testamento.

160) Giovanni Muzj, Direttore Biblioteca Delfico, da Teramo, 19 Febbraio 1951, a Jole Rosati in Ronchi, Civitella del Tronto; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 10

Si vuole conoscere la data in cui il camion potrà raggiungere Ponzano per prelevare il materiale donato e si prega di tener pronta una copia del testamento, non ottenuta dalla Direzione del Convitto Nazionale. "In quanto alle garanzie favorisca indicarci quali potrebbero essere, perché l' Amministrazione Provinciale provvederà ad assumerle. A suo tempo verrà redatto verbale di consegna con la nota degli oggetti esistenti. Con doverosi ossequi il direttore Mgr Giovanni Muzj”.

161) Jole Rosati, da Civitella del Tronto, 26 Febbraio 1951, al Direttore Biblioteca Provinciale Melchiorre Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 11

Risposta alla corrispondenza N. 139 del 19-2-51: suo marito, Ivo Ronchi, mostrerà copia del testamento; lei sta per completare l’elencazione degli oggetti donati. Come garanzia, chiede che nel verbale di consegna venga inclusa la dicitura: “L’Amministrazione provinciale di Teramo, nel ricevere in donazione gli oggetti elencati, garantisce la buona conservazione di essi, tenendoli esposti in decorosa sala e permettendo agli eredi del donante la ricognizione degli oggetti stessi in qualsiasi epoca”.

162) Giuseppe Ciccola, da Civitella del Tronto, 11 Giugno 1951, al Direttore Biblioteca Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 15

Invio estratto appendice al testamento olografo dell’ingegner Vincenzo Rosati, con elenco oggetti donati alla Biblioteca. 

163) Direttore Biblioteca Delfico, da Teramo, 13 Giugno 1951, al  Presidente della deputazione Provinciale, Teramo; carta intestata R Convitto Nazionale M. Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 13

Comunicazione avvenuta richiesta al Notaio Ciccola del testamento ingegner Rosati per la parte che riguarda la Biblioteca. Appena ricevuto verrà rimesso insieme alla minuta di una dichiarazione di garanzia voluta dal testatore. Si precisa che il ritardo nella consegna è dovuto anche alle difficoltà che gli eredi hanno incontrato nel compilare l’elenco degli oggetti donati.

164) Direttore Biblioteca Delfico, da Teramo, 14 Giugno 1951, al Presidente della Provincia, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 14

Inoltro estratto legale del testamento Ingegner Vincenzo Rosati.  "Se nulla osta in contrario", si avviseranno gli eredi che il camion sarà a Ponzano il 21-6-51, accompagnato dal personale incaricato di redigere il verbale di consegna. Viene acclusa la dichiarazione con le garanzie che la Biblioteca dovrebbe rilasciare agli eredi secondo la volontà del testatore.

165) Direttore Giovanni Muzi, Biblioteca M. Delfico, da Teramo, 19 Giugno 1951, al Presidente della Deputazione Provinciale, avvocato Tarquinii, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 18

Dichiarazione del Direttore della Biblioteca Delfico, Monsignor Giovanni Muzj, vistata dal Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Teramo: “Autorizzato dall’Illustrissima Amministrazione Provinciale di Teramo quale rappresentante della Biblioteca M. Delfico di Teramo, dichiaro di ricevere il materiale donato alla Biblioteca medesima dal fu ingegner Vincenzo Rosati, descritto nel testamento rogato in data 21 febbraio 1944, per mano del notaio Giuseppe Ciccola di Civitella del Tronto, nonché di conservarlo con ogni cura nei locali della Biblioteca, secondo le disposizioni volute dal testatore. In fede, Teramo, 19 Giugno 1951, Il Direttore Monsignor Giovanni Muzj” (timbro della Biblioteca).

Visto: il Presidente della Deputazione Provinciale Tarquinii (Timbro Amministrazione Provinciale).

166) Il Direttore della  Biblioteca Delfico, da Teramo, 19 Giugno 1951, a Jole Rosati in Ronchi, Civitella del Tronto, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 17

Comunicazione data ritiro del materiale donato dal fu Vincenzo Rosati, in presenza di un rappresentante della Biblioteca munito della dichiarazione desiderata.

167) Jole Rosati e Raffaele Aurini, Ponzano, 25 Giugno 1951; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 22

Verbale di consegna del materiale “Fondo Rosati” firmato da Jole Rosati e Raffaele Aurini e vistato dal Direttore Giovanni Muzj. Sono elencate 156 voci e in aggiunta si legge: Nel presente verbale di consegna mancano 3 casse di materiale archeologico e di storia naturale e due ritratti di Pietro e Vincenzo Rosati, opera del pittore Lorenzo Astolfi, che debbono essere rilevati in un secondo viaggio per insufficiente capienza del camion.

 169) Il Presidente Amministrazione Provinciale, da Teramo, 8 Luglio 1951, al Direttore Biblioteca Melchiorre Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 20

Richiesta elenco mobili, oggetti e libri donati alla Biblioteca Delfico dall’ingegner Rosati e già ritirati.

168) Elenco libri, foto ecc;  busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 24

Estratto dal Registro Generale d’ingresso: Riepilogo, 10 Luglio 1951, il Direttore Muzj.

Sono elencate le seguenti voci: Volumi N° 80,  Opuscoli N° 703,  Disegni stampati e fotografie (497) su tavole e album N° 149.  Manoscritti: Disegni (332) in volumi N°34, Relazioni N°22, Corrispondenza con diversi N° 96. In totale N° 1084.

170) Elenco mobili e quadri; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 24

Estratto dall’InventarioGenerale dei Mobili ed Oggetti della Donazione Ingegner Vincenzo Rosati, 10 Luglio 1951, Il Direttore Muzj.

Armadi in noce n° 4, cassettone di noce n° 1, armadio noce con piani in vetro n° 1, anfore in ceramica con motivi floreali n° 2, testina in terracotta n° 1, testa di vecchia in terracotta n° 1, quadro con 8 studi a pastello e tempera di Vincenzo Rosati n° 1, idem con 6 studi di Vincenzo Rosati n. 1, paesaggio con figure del pittore Alfonso Muzii, testa ad olio dell’ingegner Rosati eseguita dal pittore Zonaro, Testa dell’ingegner Rosati eseguita dai pittori Muzii, Gianfante ed Esposito, paesaggio di Francesco Paolo Diodati n. 1, strada di paese, acquerello di G. Casciaro n° 1, paesaggio ad acquerello di G. Casciaro n° 1.

171) Direttore Biblioteca Delfico, da Teramo, 10 Luglio 1951, al Presidente Amministrazione Provinciale; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 21

Nel rimettere copia del materiale “donazione Rosati” già ritirato, si fa presente che per insufficiente capienza del camion restano 3 casse con oggetti archeologici e libri, nonché 2 quadri con i ritratti di Pietro e Vincenzo Rosati. Si prega di esaminare se sia il caso di tornare a rilevarli.

172) Direttore Biblioteca Melchiorre Delfico, da Teramo, 14 Luglio 1951, al Presidente dell’Amministrazione Provinciale; carta intestata; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 27

Comunicazione completo ritiro del materiale donato dall’ingegner Rosati. In alcune casse sono contenuti cimeli archeologici che non portano indicazioni per determinarne l’epoca, per cui si richiede l’autorizzazione a interpellare un tecnico della Sovrintendenza alle Arti antiche di Chieti che li esamini.

173) Direttore Biblioteca Delfico, da Teramo, 20 Settembre 1951, a Jole Ronchi Rosati, Civitella del Tronto; carta intestata; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 28

Ringraziamenti per aver ottemperato alle generose disposizioni del testatore Vincenzo Rosati. Il Direttore si dichiara onorato di comunicare all’esecutrice testamentaria che ha iscritto nell’albo d’oro della Biblioteca il nome dell’ingegner Rosati e “quello di V. S.”.

174)  Amministrazione Provinciale, da Teramo, 14 Novembre 1951; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 32

Estratto della delibera relativa all’accettazione della donazione Rosati. Si dà mandato al Presidente di esprimere agli eredi i sentimenti di gratitudine del Consiglio Provinciale.

175) Vittorino Tarquinii, Presidente Giunta Provinciale, da Teramo, 21 Dicembre 1951, al  Prefetto di Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 33

Richiesta di autorizzazione ad accettare il lascito, a favore della Biblioteca Melchiorre Delfico di Teramo, del materiale del defunto Vincenzo Rosati.

176) Ivo Ronchi, da Civitella del Tronto, 25 Maggio 1952, a Raffaele Aurini, Biblioteca M. Delfico, Teramo; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicolo B 30

Comunicazione invio di un incaricato per il ritiro delle tre casse vuote con cui furono portati oggetti vari del legato Rosati.

177) A. Longo, Prefetto di Teramo, 9 Settembre 1952, all’Amministrazione Provinciale; busta 4, Pratiche donazione Vincenzo Rosati, fascicoli B 34 e 35

Estratto contenente la parte dispositiva del decreto con cui il Prefetto di Teramo autorizza l’Amministrazione Provinciale ad accettare il lascito di materiale librario e culturale del defunto ingegner Vincenzo Rosati.


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