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BIBLIOTECA VIRTUALE |
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Poeti contemporanei | ||
a cura di Anna Brandiferrro | ||
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Rosetta Di Giacomo | ||
di Anna Brandiferro | ||
Rosetta di Giacomo è nata ad Avezzano nel 1941. Nel 1967 è stata premiata con la Madia d’oro per la sua raccolta di poesie “Amore di gelso bruno”. L’aspetto più interessante della poesia della Di Giacomo è la capacità di “sentire” colori e suoni, di creare metafore particolari, avvertire con “sofferenza lacerante” l’urto dei sentimenti e delle sensazioni: “Io tutta bianca cammino /con la mente che pensa pensieri bianchi/dentro la valle bianca di neve e gelo/dove la luce della luna bianca /è argento duro.Gigli lunghi senza profumo, bianchi/fra tanto bianco, gelidi e nudi/ bevono lacrime ormai morte…” (Io tutta bianca) Il verso della Di Giacomo è immediato e comunicativo ma non facile, perché per comprendere a fondo è necessario afferrarne il ritmo e l’intensa tensione, che danno una sottile musica al testo e lo permeano di una sua segreta e suggestiva armonia : “Portami con te a rubare cavalli/Portami con te e non lasciarmi/quando sentirai gli ultimi rintocchi/di campane che suonano la tua condanna./Scaviamo la nostra pelle /con dita senza unghie/per trovare sassi di brace…”(Voglio rubarti). Nella sua ispirazione c’è qualcosa “di inquietante, di magico, di notturno”, parla della morte ma l’ansia della vita giunge prorompente: “non piangere per gli amori perduti…sogna l’amore grande : quello di gelso bruno, quello di verde mare…ma solo e sempre quello grande”. Il mondo dell’infanzia con le sensazioni e i ricordi, riemerge in concomitanza con altre esperienze, in un esito globale unico in cui il presente e il passato trovano lo stesso tono e la stessa voce “Tra le fessure fredde, cerco il passato/le bolle d’acqua si aprono e mostrano occhi, /braccia, dita lunghe con le unghie viola./I pensieri sono volati tra la nebbia/sopra le cime fumose dei pini…/ |
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IL SOGNO DELLA VITA |
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Ho visto la rondine nella neve, sola! Perché tu non c’eri, dormivi lontano, sognavi la vita. La rondine vive e tu vivi E l’orologio di rame batte, batte e tu lo ascolti. Io sono sola, e sogno sulle rocce delle montagne gli occhi dei briganti che hanno le orbite gialle e viola. Ho i piedi scalzi sui selci di gelo E la luna alta, troppo alta, mi toglie i panni di dosso E vado a lavare al mia anima nel ruscello di latte Poi la luna l’asciuga:alta, troppo alta, fredda, troppo fredda. |
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