delfico punto it - l'abruzzo e l'abruzzesistica - storia, bibliografia, fotografie, documenti - a cura di fausto eugeni
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Fausto Eugeni,
Note in margine
alla collezione di fotografie di Teresio Cocco.
in: Chieti nelle fotografie della
collezione Cocco, a cura di Teresio Cocco, Enrico Di Carlo, Fausto
Eugeni, |
- Premessa; - Appunti per un repertorio
dell'iconografia storica della città di Chieti; |
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Premessa |
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Quando nel 1999, per iniziativa dell'Edigrafital, fu avviata la collana editoriale "Scatti d'Epoca" ci si preoccupò di redigere un primo progetto, sia pure di massima, che segnasse la strada da seguire per i successivi volumi; si cercò allora di tenere conto, almeno idealmente, di un contesto molto ampio: il censimento dei fotografi e la documentazione relativa alla loro attività, l'individuazione dei fondi archivistici pubblici e delle collezioni private, la progressiva redazione, infine, di una bibliografia ragionata sull’iconografia storica locale. Bisogna ricordare che l'ambito della fotografia storica era tra i più trascurati all'interno del panorama degli studi regionali e che ci si muoveva su un terreno praticamente inesplorato e assolutamente privo di riferimenti. Ci si impegnò in primo luogo perché nella collana fosse adeguatamente rappresentato il territorio abruzzese nelle sue diverse realtà provinciali. Viceversa poi dalle singole province si ebbero risposte tra loro molto difformi, ma di questo potremmo essere noi responsabili per non aver saputo, forse, cercare sempre nella giusto direzione. La prevalenza di un punto di vista archivistico-documentario e bibliografico ha inciso in modo determinante sull’impostazione generale della Collana sia per gli obiettivi prefissati sia per le metodiche di lavoro di volta in volta adottate. Naturalmente ci rendiamo conto che tale impostazione ha rappresentato per altro verso anche uno dei più evidenti limiti del progetto. Ci sembra tuttavia di aver svolto un dignitoso lavoro di preparazione del terreno, lavoro da consegnare agli storici e ai teorici della fotografia che troveranno un primo corpus "abbastanza organizzato" di informazioni di base e di materiali su cui iniziare il proprio lavoro critico, nella misura naturalmente in cui riterranno di utilizzarle. Sondaggi significativi sono comunque stati compiuti in varie direzioni. Il volume sesto della collana (Fotografi abruzzesi dell’Ottocento e del Primo Novecento) è stato dedicato a un approfondito censimento degli studi fotografici (dei professionisti come dei dilettanti) che in Abruzzo hanno operato, censimento primo e ancora oggi unico nel suo genere, con oltre novanta nominativi individuati in attività sull’intero territorio regionale fino a circa l’anno 1915 e del quale già con i successivi sei volumi si è avviato l'aggiornamento. I volumi di "Scatti d’epoca" hanno preso in considerazione un vasto numero di archivi e collezioni, raccolte di fotografie prodotte o assemblate per mestiere o per passione: a volte veri e propri giacimenti nascosti di immagini che sono state visionate, selezionate e fatte conoscere a un vasto pubblico. Abbiamo dato conto di raccolte appartenute a personaggi del passato ma anche di collezioni contemporanee di fotografie storiche. In questo senso importantissimo è stato il contributo dei collezionisti: Giuseppe Di Tommaso per l’area aquilana; Piero Marcattilii per l’area teramana, Corrado Anelli che, in modo determinante, ha contribuito al lavoro di censimento dei fotografi abruzzesi. Alla sua collezione, incentrata su materiale di interesse abruzzese ma pregevole anche per la corposa serie dei dagherrotipi italiani e stranieri, viene dedicato l’intero volume dodici di Scatti d’epoca. Riguardo all’area chietina è proprio dalla collezione Anelli che provengono la maggior parte delle notizie e delle fotografie finora utilizzate (ricordiamo qui l’episodio, altrove raccontato, sul fortunoso recupero da parte di Anelli di alcuni album di ritratti eseguiti dal fotografo chietino Igino Carli). Alla Biblioteca provinciale "De Meis" di Chieti abbiamo poi fatto ricorso per la pubblicazione delle fotografie conservate nel Fondo del giornalista Ettore Janni, splendida rassegna di paesaggi e figure relative all’intero Abruzzo e a parte del Molise. È ora grazie alla collezione di Teresio Cocco che finalmente, con il presente volume, ci occupiamo in modo specifico della città di Chieti. Ho avuto notizia di Teresio Cocco e delle sue fotografie grazie al bellissimo “Chieti com’era”, edito dalla Carsa di Pescara nel 1999: il colophon di quel volume rendeva conto nel dettaglio dello specifico contributo fornito da questo, per me allora sconosciuto, signore chietino con il quale mi sarebbero stati sufficienti pochi minuti di colloquio per entrare in confidenza e per concretare il progetto di un libro interamente dedicato alla sua collezione. Veramente singolare la quantità, la qualità e la varia tipologia delle sue cognizioni in materia di edilizia e urbanistica insieme alla non comune capacità di leggere e datare i documenti fotografici. Alla conoscenza della cronologia, o forse sarebbe più esatto dire degli “Annali” chietini, Teresio aggiunge l’abilità che gli deriva dalla professione di costruttore: abituato a lavorare con gli edifici storici riesce a identificare case e palazzi da particolari minimi, da un mattone fuori posto su di un muro che per chiunque altro risulterebbe anonimo, da una grondaia, da un cornicione, da una tapparella, da una ringhiera. Fin dai primi incontri del gruppo di lavoro, formato con lo stesso Teresio e con Enrico Di Carlo, abbiamo subito chiarito che un volume sulla collezione di fotografie di Teresio Cocco non poteva che essere un volume interamente ed esclusivamente dedicato alla città di Chieti, anche se nella sua collezione figurano foto di numerose località d’Abruzzo. Per questo motivo abbiamo preferito riproporre, tra le altre, alcune immagini già viste ma assolutamente “chietine”, e rinunciare alla pubblicazione di inediti, a volte anche di grande impatto visivo, relativi però ad altre località. Sono rimaste di conseguenza escluse (con vero rammarico) altre serie fotografiche che pure avrebbero meritato di essere mostrate: pensiamo qui in primo luogo a una bella sequenza di foto riprese sulla spiaggia di Francavilla ma anche, e soprattutto, alla originalissima documentazione sui campi di concentramento per i prigionieri austriaci, sorti in Abruzzo al tempo della Prima Guerra Mondiale (Avezzano, Sulmona), un corpus di eccezionale valore documentario che meriterà senz’altro di essere trattato monograficamente in altra sede. Non entrerò qui nel merito delle fotografie inserite nel volume. Scelte sulla base del comune lavoro redazionale di tutti i curatori sono state ampiamente illustrate e descritte nell'Introduzione di Enrico Di Carlo e nelle didascalie curate dallo stesso Teresio Cocco. Con il mio intervento ho voluto invece accompagnare le fotografie di una collezione così speciale con una rassegna bibliografica e documentaria che esamini ad ampio raggio il tema dell’iconografia storica della città. Questo d’altra parte è lo spirito della collana, nella quale si è sempre cercato di collocare gli argomenti trattati all’interno di un più vasto orizzonte di ricerca. Incoraggiato anche dal fatto di aver realizzato un lavoro simile sul capoluogo teramano presento quindi una serie di titoli e di spunti per successivi lavori di ricerca che nel loro complesso siano di auspicio, se non di preludio, alla realizzazione di un vero e proprio repertorio iconografico della città di Chieti. In questi mesi di incontri con Teresio Cocco ed Enrico Di Carlo ho ascoltato e imparato: mi sono diventati familiari nomi e luoghi che prima ignoravo. Da estranea che era, Chieti ha cominciato a svelarsi ai miei occhi nelle sue immagini, nelle sue storie e nella sua identità profonda. Com’è giusto che sia, finiamo sempre per amare anche noi quello che i nostri amici amano. |
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Appunti per un Repertorio dell’iconografia storica della città di Chieti |
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Qualunque ricerca iconografica riguardante località abruzzesi deve partire necessariamente dallo studio pubblicato nel 1962, sul Bullettino della Deputazione, da Gaetano Sabatini[1] che si ricollega agli inventari cartografici pubblicati a più riprese da Roberto Almagià[2] e li ricomprende in un più vasto orizzonte che, oltre alle mappe, include anche la serie delle vedute. Per la verità, il saggio di Sabatini si presenta poi, nel concreto, manchevole e lacunoso soprattutto per quanto riguarda le due "città-capoluogo" di Teramo e Chieti. Per Chieti e per le sue vedute dunque vanno subito citati, come principale riferimento, gli scritti di Pasquale Tunzi che tratta delle vedute nel contesto di un più ampio lavoro di cartografia storica[3]. Metto qui in primo luogo a confronto i dati presentati da Tunzi con i risultati della ricerca da me portata avanti per la città di Teramo. Ricomposta cronologicamente la serie delle immagini mi sembra che la prima e più antica delle incisioni conosciute possa individuarsi nella “Chieti” di Braun e Hogenberg[4], una città certamente “abbellita” nelle intenzioni dell’incisore “H.G.”[5] che, proprio come per la veduta di Teramo, volle vedere riempito ogni spazio dentro le mura e mostrare un tessuto urbano denso di abitazioni, ricco oltre misura di palazzotti turriti e campanili svettanti, circostanza che rende evidente l’irrealtà dell’immagine proposta. Dallo stesso disegno ma sulla base di una nuova incisione furono realizzate poi le diverse edizioni della “Chietti Città Reggia”, che ritroviamo pubblicata, con diverse varianti, in successive edizioni della Raccolta di Francesco Valesio[6] e poi, ancora agli inizi del '700, nell’Universus che Raffaele Savonarola pubblicò sotto lo pseudonimo di Alphonso Lasor a Varea[7]. Altrettanto bella e misteriosa si presenta la città sul colle che Natale Bonifacio da Sebenico realizzò come “veduta in miniatura” di Chieti[8], per la mappa dell’Abruzzo Ulteriore, incisa a Roma nel 1587 da Nicolò Van Aalst[9]. Non mancò il modo a Bonifacio di vedere dal vivo quelle città rappresentate in scala ridotta; il geografo infatti soggiornò a lungo in Abruzzo con le sue schiere di aiutanti, com’egli stesso ci informa nel Cartiglio di quella mappa, e visitò probabilmente Teramo, città alla quale dedicò la bellissima “Therami Faustus Dies”, una delle cento e più incisioni che il Sebenicense eseguì per quel capolavoro assoluto che è il libro delle Allusioni del teramano Principio Fabricii[10]. Quest’ultima veduta, raffigurante la cosiddetta Festa dei Trionfi, evidenzia, insieme ad altri di fantasia, almeno alcuni particolari di sicura identificazione (penso alla conformazione della cinta muraria e al borgo fuori le mura identificabile con il Convento delle Grazie) dove invece la miniatura della città di Teramo si presenta di difficilissima interpretazione. Interessante invece la lettura proposta da Tunzi per la miniatura di Chieti, nella quale vengono individuati diversi elementi riconoscibili[11]. Di inizio Settecento sono i due titoli (gli unici) elencati per Chieti da Sabatini nel suo saggio. Il primo si riferisce alla veduta cosiddetta “del Pacichelli”[12], ma eseguita come noto da Francesco Cassiano da Silva, la cui veridicità, scrive De Tiberiis “è confermata nel dettaglio, dalle varie Platee dei beni immobili di proprietà di Ordini religiosi e Confraternite laicali. […] Questo materiale iconografico mostra con chiarezza la situazione urbanistica della città, colta proprio alle soglie del suo mutamento radicale, che avverrà nella seconda metà del ‘700 e mostra che negli anni intercorsi fra la redazione dell’una e delle altre, quasi un cinquantennio, nessun sostanziale mutamento era intervenuto: l’immagine della città è ancora quella formatasi fra il Medioevo e gli inizi dell’Età Moderna e perpetuatasi fino all’inizio del sec. XVIII; il tessuto urbano è scandito, essenzialmente, dalle emergenze religiose che svettano - quasi un fuor d’opera - sulla generale architettura, mai rinnovata, degli edifici civili”[13]. Ragionevolmente certa è, ad esempio, anche la veridicità della veduta teramana[14] del Pacichelli, come pure abbastanza credibili sembrerebbero le vedute di Atri e Campli, a conferma dell’ipotesi che “almeno quelle immagini” qualcuno le disegnò “dal vero”. Va tuttavia segnalato che l’inattendibilità di recente provata per la veduta di qualche altra città ha in qualche modo messo in discussione l’intero apparato iconografico dell’opera[15]. Il secondo titolo proposto nel Saggio di Sabatini si riferisce invece a una settecentesca “Pianta di Chieti, con Pescara, Città S.Angelo e Penne, citato come n. 221 della Raccolta Bertarelli[16], una citazione “monca” che però, con ogni probabilità, è da ricollegarsi alla cartografia prodotta da Vincenzo Coronelli[17]. Numerose le vedute di Chieti incise, litografate o comunque stampate durante l’Ottocento. Litografata da Francesco Wenzel nel 1837 è la “Chieti città capitale della provincia”, pubblicata nell’Atlante di Giusepe Bifezzi unitamente a una bella stampa di costume popolare[18]. Si tratta di un punto di vista riproposto successivamente in altre occasioni, con varianti rispetto a questa “prima” edizione[19]. Procediamo in rapida carrellata ricordando per l’epoca preunitaria un originale “Tempio del Tricalle” del 1838 e la celebre “Veduta dall’interno di piazza Grande”, del 1841, incise per le rispettive annate del “Poliorama pittoresco”[20], splendida rivista che con le sue litografie precorse le fortune commerciali delle grandi testate illustrate dei decenni successivi. Di metà Ottocento è anche la bella veduta di Chieti pubblicata all’interno del lavoro di Tunzi, senz’altro corredo informativo che il riferimento al Museo Campano di Capua, suo luogo di conservazione[21]. Tra i più bei panorami è da annoverare la tavola del 1854 contenuta nella strenna natalizia curata in quell'anno dal sacerdote Gianvincenzo Cinalli[22]. Disegnata e incisa da Raffaele Del Ponte è la veduta di Chieti che troviamo, affiancata alle vedute di Teramo e L’Aquila, nella copertina dell’Album pittorico letterario di cui furono pubblicati quattordici numeri, durante il biennio 1859-60[23]. In epoca post unitaria si affermava l’"Illustrazione Italiana", il più noto e diffuso periodico illustrato dell’epoca. Stampato e venduto in migliaia di copie in tutto il paese, contribuì in modo determinante alla costruzione di una comune identità nazionale, proponendo le vedute sia di monumenti immortali che di piazze modeste o sconosciute. I suoi disegnatori percorsero la penisola alla ricerca di quanto di più caratteristico e pittoresco si potesse trovare. In Abruzzo lavorarono vedutisti e ritrattisti di assoluto valore: Dante Paolocci e Arnaldo Ferraguti (l’amico fraterno di Michetti e D’Annunzio) su tutti. Con loro va ricordato anche Quintilio Michetti[24], il fratello maggiore di Francesco Paolo[25], che però sarà chiamato a illustrare in modo specifico altri luoghi da Napoli all’Italia del nord. Tuttavia alla sua mano sono legate indimenticabili immagini chietine: la “Veduta dalla strada per Francavilla”, nella quale Michetti senior disegnò a matita un delicato profilo della città vista in lontananza, con la Majella sullo sfondo, si direbbe nell’ora del tramonto: l’immagine fu pubblicata nell’"Illustrazione italiana" del 1877, unitamente alle vedute della foce del fiume Pescara e a una nuova e quanto mai suggestiva interpretazione del tempio del Tricalle. Una bella variante di quello stesso panorama, eseguito dallo stesso punto di vista ma animato con diverse presenze umane, è conservato in originale nel Museo "Barbella"[26]. Va citato ancora il piccolo corpus iconografico contenuto nel fascicolo de “Le Cento città d’Italia”, del 1891[27] replicato successivamente a più riprese, in tutto o in parte, a cominciare dal volume “Abruzzo e Molise” della Patria curata da Strafforello per la Utet[28]; per andare poi all’opuscolo su Chieti redatto da Siro Corti per la Paravia e all’opera sull’Italia geografica, di Palmiro Premoli, entrambe con belle vedute della città di Chieti[29]. Non era possibile in questa sede indagare sulle tantissime vedute e sugli scorci che nel corso di decenni, tra Otto e Novecento, tanti pittori, incisori e disegnatori hanno realizzato sul capoluogo teatino; all’interno del sia pur breve saggio bibliografico che segue vengono fornite informazioni per chi voglia approfondire il discorso: tra i titoli segnalati vorrei dare la dovuta rilevanza ai lavori di Vladimiro Furlani che con specifica competenza ha contribuito in modo rilevante agli studi iconografici di interesse abruzzese[30]. D’accordo con gli altri curatori abbiamo voluto segnalare e inserire in queste pagine di presentazione una serie di “vedutine” eseguite a penna da un Tommaso Cascella poco più che quindicenne e pubblicate nell’"Illustrazione abruzzese"[31] (diretta da suo padre Basilio) a corredo di un articolo di Adolfo Venturi sulla Esposizione provinciale d’arte del 1905. Un piccolo “reportage” di nove pezzi che mostrano strade, case e vita quotidiana del capoluogo teatino nei giorni della grande Esposizione di Arte sacra. Ma altri filoni di ricerca vanno illustrati. Non è stata affatto casuale la pubblicazione in questa parte introduttiva dell’inedito dipinto ottocentesco di Arturo Di Donato[32], con la “vista” sulla piazza della Trinità e con villa Nolli che si scorge a destra tra una fittissima vegetazione, pazientemente descritta dall’autore con singolare ricchezza di forme e sfumature di colore. La scena per il resto mostra la piazzetta (allora appunto della Trinità, oggi piazza Trento e Trieste) e il lungo viale della “passeggiata” S. Andrea (oggi viale IV novembre), in una mattinata di tempo incerto, con una nuvolaglia incombente che lascia però trasparire una luce magica e leggera che avvolge i pochi passanti e i mille particolari di quell’angolo di città, raffigurato in un giorno qualunque (ma si direbbe una domenica) del mese d’agosto dell’anno 1899. Nella sua serena e quasi svagata semplicità il dipinto restituisce una situazione urbanistica non documentata da altre fonti. Sulla sinistra dell’immagine si nota un cantiere edile (che cosa si stava costruendo?) alla cui descrizione pittorica l’artista sembra particolarmente interessato: basta osservare con quale meticolosa accuratezza è raffigurato ciascun singolo pezzo della pila dei mattoni, pronti all’uso alla ripresa dei lavori dopo il giorno della festa. Sappiamo d’altra parte che molti sono i dipinti conservati nel Museo Barbella che mostrano porzioni e vedute di una Chieti oggi scomparsa o radicalmente mutata[33]. Tra i tanti vogliamo ricordare almeno i dipinti di Francesco Paolo Michetti riprodotti nel catalogo ufficiale del Museo, con una Processione del Venerdì Santo, che Michetti riesce a far sembrare colorata e festosa come una Resurrezione, nel suo passaggio lungo il corso Marrucino di fronte al Liceo Convitto “G.B.Vico”[34] e con la “Benedizione dell’acquedotto a Chieti” [35]. Di questa significativa raccolta di scorci cittadini si trova una elencazione, non sappiamo quanto completa, nel sito Internet del Museo, alla pagina delle opere non esposte[36]. Al dicembre del 1993 risale la mostra “Immagini di Chieti”[37] che vide in esposizione i lavori di numerosi artisti: ricordiamo, tra gli altri, Francesco De Vincentiis, Tommaso Cascella, Vincenzo Cermignani, Francesco Paolo Marchiani, Quintilio Michetti, Arduino Napoleone ma anche pittori fotografi come Ernesto Aurini[38] e Pietro Lagalla. Una mostra della quale purtroppo, a quanto ci risulta, non fu realizzato il catalogo e che dal punto di vista qui trattato avrebbe potuto fornire utili informazioni anche relativamente a dipinti eventualmente in possesso di collezionisti privati. Naturalmente va indagata anche la copiosa iconografia di San Giustino[39] in relazione alla quale mi limito a fare qui riferimento alla immagine incisa “A divozione di Monsignor Cernelli. 1835”[40] che lascia intravedere uno scorcio della città alla quale il Santo rivolge il braccio destro in atteggiamento di affettuosa protezione e all’affresco di Del Zoppo (metà Ottocento) sulla volta della Cattedrale teatina, raffigurante appunto San Giustino eremita con panorama di Chieti. Anche S. Gaetano, il fondatore dell'ordine dei Teatini, appare spesso legato nelle sue raffigurazioni alla città di Chieti. Nel dipinto sull'altare maggiore della "chiesa del Beato Gaetano" il Santo è raffigurato in atto di offrire la città alla Vergine[41]. Al lavoro di ricerca di Vladimiro Furlani si attinge per segnalare anche la bella incisione dal titolo “Chieti salvata da S.Emidio con veduta della chiesa della SS.Trinità[42]”, immagine votiva di grande suggestione che dimostra l’ampia diffusione del culto di S. Emidio, santo Patrono di Ascoli Piceno e protettore dai terremoti, al quale furono dedicate stampe e immagini devozionali in diverse città del centro Italia[43], una produzione vastissima alla cui diffusione contribuirono i numerosi santarellari che dall’Abruzzo teramano[44] si diffondevano sull’intero territorio nazionale. Nell’aprire il discorso sulle planimetrie, bisogna evidenziare che la loro enumerazione, anche per Chieti, come per altre piazze dell’Italia meridionale, dovrebbe iniziare dalla Pianta dello Zampi, la cui datazione risale come noto al periodo 1807-1810[45]. Di epoca preunitaria è la “Pianta della Città di Chieti” stampata a Napoli presso la litografia Cardinale, conservata presso la Biblioteca provinciale De Meis[46]. Principale riferimento per gli anni successivi all’unità d’Italia sono naturalmente le planimetrie allegate alla redazione del Primo catasto urbano redatto nel 1875[47]. Per queste e per la serie delle successive planimetrie rinviamo in primo luogo al saggio dedicato da Pasquale Tunzi alla cartografia ottocentesca[48]: le planimetrie presentate, successive a quella catastale del 1875, si riferiscono agli anni 1878 e 1885 (prodotte dall’arma del Genio) e del 1879, di altra fonte. Accuratissima la descrizione tecnica e approfondita lettura delle “notizie” desunte dall’osservazione delle singole mappe. Le trasformazioni urbanistiche della città prodottesi a partire dalla fine dell’Ottocento e la lunga e complessa vicenda di sventramenti che condusse alla realizzazione del corso Marrucino sono ricostruite soprattutto in due saggi, il primo di Roberto Mascarucci, pubblicato nel 1992 e il secondo di Simona Troilo del 1998, entrambi corredati di ampia documentazione fotografica e cartografica[49]. Numerose vedute e planimetrie sono segnalate e commentate infine nel bel volume di Gianfranco Spagnesi su Palazzo De Majo e l’architettura barocca a Chieti[50]. Fondamentale è il lavoro di censimento dei pittori, degli incisori e dei cartografi con le loro opere[51]; sia pure per ultimi, vanno però considerati anche i fotografi e qui, nello specifico, i fotografi che appunto a Chieti e su Chieti operarono. Con riferimento ai precedenti volumi di Scatti d’epoca abbiamo fino ad oggi elencato una ventina di nominativi di fotografi che con Chieti hanno avuto a che fare, sia pure con riferimento solo a coloro che hanno iniziato l’attività non oltre il 1920[52]. I nominativi elencati non rappresentano che una minima parte della lunga schiera di fotografi che andranno ricompresi in un più completo elenco per la cui redazione si potrà fare utile riferimento, almeno per i professionisti, agli archivi della locale Camera di Commercio. La maggior parte dei titoli contenuti nel saggio bibliografico che segue riguardano i fotografi e la fotografia. Non c’è stato purtroppo il tempo di effettuare uno spoglio che consentisse di evidenziare nuovi nominativi che certamente si potranno trovare citati tra le pagine dei vari volumi. Come si è accennato in precedenza, vanno individuati e salvaguardati i giacimenti fotografici di interesse locale: archivi e collezioni appartenenti a enti pubblici o a soggetti privati[53]. Da una rapida scorsa ai titoli elencati vengono in evidenza numerosi riferimenti a fondi esistenti e non solo nella città di Chieti. Un capitolo speciale del settore “fotografie” deve riservarsi alle cartoline che presentano caratteristiche tutte proprie. La difficoltà principale al riguardo è rappresentata dalle numerose “serie” pubblicate tra le quali è spesso difficile orientarsi. Su questa direzione esiste una pubblicazione del 1996 veramente preziosa, Cartoline di Chieti[54], volume redatto sul base della collezione privata Cornacchia, corredato di importanti scritti critici e con una specifica documentazione relativa alle serie delle cartoline edite, a cominciare da quelle dell’editore Marchionne. Tuttavia il discorso per la realizzazione di un Catalogo delle cartoline è ancora da completarsi e fruttuose indagini potranno essere realizzate anche sulla base delle collezioni di materiale chietino conservate dalle biblioteche provinciali di Chieti e Teramo[55.
La raccolta e il censimento del patrimonio fotografico di un territorio presuppone un'indagine che punti, come abbiamo già detto, alla conoscenza dei fotografi che su quel territorio hanno operato e alla individuazione di archivi e collezioni che conservino materiale significativo. Di importanza fondamentale è anche la realizzazione di una accurata ricerca bibliografica che offra materia per le tematiche citate e che al tempo stesso dia conto, in modo diretto, di tutte quelle immagini comunque pubblicate all'interno dell'editoria di interesse locale. Lo specifico tema dell'uso delle fotografie nelle pubblicazioni di Abruzzesistica è obiettivo che ha un proprio specifico motivo d'interesse e che va in ogni caso perseguito nella sua specificità, sull'intero territorio regionale. È questo soprattutto il contesto generale nel quale va inquadrata la rassegna bibliografica che segue. Sulla base delle ricerche fino ad oggi effettuate, la più antica pubblicazione "con fotografie", di interesse abruzzese, è il libretto curato nel 1871 da Paolo Ballada, conte di Saint Robert, che raggiunse in quell'anno la vetta del Corno Grande, in compagnia del fotografo e pittore Tommaso Gilli. Il volumetto, pubblicato a Torino con il titolo Gita al Gran Sasso d'Italia, contiene alcune bellissime tavole fotografiche tra le quali fa mostra una straordinaria veduta di Isola del Gran Sasso. Negli anni immediatamente successivi non si è trovato altro per l'Abruzzo che qualche occasionale e maldestro tentativo di corredare i libri di fotografie. Si può constatare invece come in questo periodo si puntasse piuttosto a usare le fotografie come "modelli" per realizzare incisioni, evidentemente più gestibili da un punto di vista tipografico[56]. L'evento più significativo in questo contesto è però la grande pubblicazione realizzata da Vincenzo Bindi che nel 1889 affidava al tipografo napoletano Giannini la stampa dei due tomi sui Monumenti d'Abruzzo e Molise. L'imponente apparato iconografico dell'opera, concentrato interamente nel volume secondo, presenta anche numerose fotografie di grande qualità: per molti paesi d'Abruzzo le immagini raccolte dal Bindi rappresenteranno, in assoluto, le prime raffigurazioni fotografiche pubblicate. Anche per quanto riguarda Chieti, al momento, queste del Bindi risulterebbero le prime e più antiche fotografie della città edite in volume. Va considerato però che è ancora tutta da realizzare, una specifica e approfondita ricerca sul materiale del Reparto abruzzese della De Meis: una indagine a tappeto, effettuata direttamente sui singoli pezzi, porterebbe certo alla individuazione di cimeli "foto-tipografici" (se così può dirsi) fino a oggi poco o per nulla conosciuti. Un discorso diverso, e per il momento ancora in bozza, è quello relativo a un auspicabile "censimento" delle pubblicazioni ottocentesche "contenenti fotografie", realizzate in territorio abruzzese e da tipografi locali. Discorso particolarmente complesso che non può essere affrontato in questa sede. Per quanto riguarda il Saggio bibliografico che segue, va precisato che l'idea di partenza, di una ricerca incentrata cioè solo sulle immagini fotografiche, si è poi estesa fino a comprendere in unica sequenza ideale anche le vedute della città nel senso più ampio. Sono state incluse quindi le incisioni, i dipinti e le planimetrie, tutto ciò, in sostanza, che aiutasse a delineare la vicenda urbanistica di Chieti e la storia della sua immagine, così come ci è pervenuta attraverso i secoli. Resta fermo il fatto che il tema della fotografia, o forse meglio "delle fotografie" edite, resta comunque tema centrale e asse portante di questa rassegna. Come limite cronologico iniziale, ho voluto stabilire il 1859-60, epoca di edizione dell'Album pittorico letterario abruzzese, curato da Raffaele Del Ponte sulla falsa riga del Poliorama Pittoresco. La pubblicazione di questo bellissimo periodico, che recava in copertina le vedute dei tre capoluoghi abruzzesi, si può considerare una tappa fondamentale per la storia della nostra iconografia regionale. È questa inoltre l'epoca che vede sorgere in Abruzzo i primi studi fotografici di professionisti. Inizia infatti proprio in questo biennio l'attività di Gianfrancesco Nardi a Teramo seguito dopo breve tempo dallo studio chietino di Igino Carli. La presente raccolta, come altrove si è precisato, è incentrata sulle immagini della città di Chieti. La bibliografia contiene però riferimenti anche ad alcune opere che trattano il più ampio territorio della provincia teatina e che qui sono state prese in considerazione in virtù di specifici motivi di interesse di volta in volta esplicitati nelle rispettive note di contenuto. Ho inserito ad esempio il volume su Michetti di Marina Miraglia che nel 1975 contribuì in modo determinante a dare l'avvio alla successiva fioritura di studi sulla fotografia storica[57]. Segnalo il volume sull'archivio Magnarapa, la cui esemplare vicenda indica una strada che ci si augura possa essere percorsa anche da altri. Infine il bel volume Documenti fotografici dei paesi della provincia di Chieti negli anni '30[58] che presenta una scelta di immagini tratte dall'archivio della Federazione fascista di Chieti, un archivio che, come scrive Carmine Viggiani nel darne conto, rappresenta un unicum sia dal punto di vista della consistenza veramente rilevante, che per il fatto di essere uno dei pochissimi archivi fascisti a noi integralmente pervenuto. Il reperimento dei titoli inseriti nel Saggio ha comportato in primo luogo sulla consultazione di alcuni cataloghi "in linea": gli Opac del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)[59], del Polo SBN di Teramo[60], della Biblioteca "De Meis" di Chieti. Preziose inoltre sono risultate le risorse disponibili presso la Biblioteca provinciale di Teramo, con particolare riferimento al Soggettario, curato da Nadia Di Luzio e Silvana Di Silvestre, che contiene lo "spoglio" degli articoli di interesse abruzzese presenti negli oltre seicento periodici in abbonamento, locali e non. Con proficuo risultato si è fatto riferimento anche al "Fondo Savorini" che consiste in un gigantesco "mare magnum" di articoli a stampa, stralciati da giornali e periodici e raccolti in buste articolate per "località" e "personaggi". Sono state consultate infine le principali bibliografie relative al territorio abruzzese a cominciare da quelle di Aurini[61], Fucinese[62] e Zuccarini[63]. Il presente saggio si è ampiamente giovato dell'aiuto di altri che qui voglio ringraziare. Il dialogo quotidiano intercorso con Enrico Di Carlo in questi mesi mi ha portato a ricevere da lui consigli, suggerimenti e amichevoli correzioni, oltre a una quantità imprecisata di segnalazioni bibliografiche (complete in qualche caso persino della scheda di lettura) che hanno dato corpo e spessore a questa bibliografia. Non vorrei però con queste parole coinvolgerlo, "a tradimento", in responsabilità riguardanti l'impostazione generale e la completezza del lavoro, dei cui limiti e difetti sono il solo a dover rispondere. Sia Enrico che Teresio hanno inoltre messo a mia disposizione le proprie biblioteche private, dalle quali ho potuto trarre notizie e materiale in grande quantità. Ringrazio poi di cuore lo stesso Teresio Cocco e l’architetto Polo Fraticelli che mi hanno segnalato alcuni specifici titoli, fondamentali rispetto alla ricerca in oggetto, evitandomi così omissioni che sarebbero risultate imperdonabili.
[1] Gaetano Sabatini, Saggio bibliografico di mappe e panorami d’Abruzzo, in “Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria”, Anno 1957-60, L’Aquila, 1962. La città di Chieti è trattata in poche righe a p. 249; il saggio è stato recentemente ripubblicato in Gaetano Sabatini, Scritti editi e inediti, a cura di Ezio Mattiocco, profilo biobibliografico di Bruno Sulli, inediti a cura di Flavia De Rubeis e Ezio Mattiocco, vol. III, L'Aquila, Colacchi, 1995, pp.289-375. [2] Faccio riferimento principalmente a Roberto Almagià, Primo saggio storico di cartografia abruzzese, in “Rivista abruzzese di scienze lettere e arti”, XXVII (1912), fascicolo I, e al successivo Id., Monumenta Italiae Cartographica, riproduzioni di carte generali e regionali d’Italia dal sec. XIV al XVII, raccolte e illustrate da R.A., Firenze, Istituto Geografico Militare, 1929, lavoro al quale esplicitamente si ricollega Sabatini, nella prefazione al suo Saggio. [3] Pasquale Tunzi, Il disegno del territorio e della città. L’iconografia a stampa: tra cartografia e vedutismo dal secolo XVI al XVIII, in Chieti città d’arte e di cultura, a cura di Ciro Robotti, Lecce, Edizioni del Grifo, 1997, pp. 187-217. [4] Georg Braun e Franz Hogenberg, Beschreibung und Contrafactur der vornembster Stät der Welt, Colonia, 1574. [5] Per l’identità di “H.G.” avevo pensato proprio a quel Georg (o Joris) Hoefnagel il cui nome appare costantemente legato agli atlanti di Braun e Hogenberg. [6] Alla forma Valegio preferisco l’uso della forma Valesio, adottata nel catalogo SBN. [7] Per quanto riguarda le edizioni della veduta disegnata da Francesco Valesio si citano qui le tre edizioni più note a partire dalla più antica, in tavola singola, inserita in: Francesco Valesio, Raccolta dile più illustri et famose città di tutto il mondo, s.n.t. [Venezia, 1579?]; a questa segue l’edizione nella quale la veduta è pubblicata su foglio grande nella stessa pagina con la veduta di Teramo: Terramo città reggia, con Chietti città reggia, incisione su rame, 26,7x20,5 cm (foglio), in: Francesco Valesio, Raccolta di le più illustri et famose città di tutto il mondo, s.n.t. [Venezia, 1625?]; le medesime vedute appaiono, non come tavole separate ma inserite nel testo, in Alphonso Lasor a Varea [Raffaele Savonarola], Universus terrarum orbis scriptorum calamo delineatus, Patavii, ex typographia Frambotti, nunc Jo. Baptistae Conzatti, 1713. [8] Chieti Città Regia, [veduta miniaturizzata], in Abruzzo ulteriore, Roma, 1587, incisione su rame, 49,2x35,3 cm., scala di quattro miglia italiane; incisore: Nicolò Van Aelst, (riscontrata la copia conservata presso la Biblioteca provinciale “M. Dèlfico” di Teramo). [9] Ricordo che una copia di questa straordinaria carta è conservata presso la Biblioteca provinciale “M. Dèlfico” di Teramo. Pubblicata in Cartografia generale del Mezzogiorno e della Sicilia, a cura di Ernesto Mazzetti, Napoli, ESI, 1972, Tavole. [10] “Therami faustus dies”, incisione su rame, 12,5x9 cm, in: Delle Allusioni, Imprese, et Emblemi Del Sig. Principio Fabricii Da Teramo Sopra la vita, opere et attioni Di Gregorio XII Pontefice Massimo Libri VI. Nei quali sotto l’allegoria del Drago, Arme del detto Pontefice, si descriue anco la uera forma d’un Principe Christiano; et altre cose […], Appresso Bartolomeo Grassi, Con Licentia de Superiori, Et Priuilegio. L’anno 1588. Intaggiati da Natal Bonifacio da Sibenico. Copia del volume è conservata presso la Biblioteca provinciale “M. Dèlfico” di Teramo. [11] Pasquale Tunzi, Il disegno del territorio e della città. L’iconografia ... cit. [12] Giovanni Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, in Napoli, a spese del Parrino e del Mutio, 1703, vol. III. [13] Giuseppe F. De Tiberiis, Chieti, in L’Abruzzo dall’Umanesimo all’età barocca, a cura di Umberto Russo e Edoardo Tiboni, Pescara, Ediars, 2002, pp. 487-488. [14] Si veda in proposito Fausto Eugeni, Piazza Dante e dintorni, in Liceo Ginnasio statale “Melchiorre Delfico. Annuario 1993-1994, Teramo, Edigrafital, 1994, pp. 190-191; Teramo com’era, a cura di Fernando Aurini, Clemente Cappelli, Fausto Eugeni, Marcello Sgattoni, Roma, Editalia-Libreria dello Stato, 1996, pp. 128, 145, 159, dove l’immagine di Pacichelli è messa a confronto con una veduta fotografica eseguita nel 1881 più o meno dallo stesso punto di vista dal quale Cassiano Da Silva (o chi per lui) disegnò il suo panorama. [15] Si veda l’articolo di Angelo Gambella, Alife normanno sveva. La città, il castello, la cattedrale, in “Rassegna storica online”, n. 2 NS V, 2003, consultabile alla pagina Internet www.drengo.it/sm/rso/2/gambella.alife.pdf nel quale si cita ampiamente il lavoro di Domenico Caiazza, Raffigurazioni di Alife in un dipinto seicentesco ed in una veduta del Pacichelli, in In finibus Alifanis, a cura di D. Caiazza e L.R. Cielo, 2001; si fa riferimento inoltre alla relazione di Ilario Principe, Origine di un falso storico. Le vedute urbane del Regno di Napoli di Giovan Battista Pacichelli, presentata al convegno Vedute urbane negli atlanti e nei libri illustrati (secc. XVI-XIX), tenuto a Roma nei giorni 12 e 13 maggio 2003; gli Atti del Convegno non sono ancora stati pubblicati e non è stato possibile dunque riscontrare il contenuto della relazione di Principe che, almeno nella formulazione del titolo, sembra prefigurare una critica complessiva e sostanziale alla serie delle vedute di Cassiano da Silva contenute nei volumi di Pacichelli. [16] Gaetano Sabatini, Saggio bibliografico … cit., p. 249. Il riferimento naturalmente è alla Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli" di Milano. [17] Dovrebbe trattarsi di Vincenzo Coronelli, Teatro della guerra: Regno di Napoli, S.n. t. [Venezia, 1707-1708?]. In questo senso almeno mi sembra condurre l’esito dei controlli effettuati telefonicamente grazie alla cortesia e alla competenza dei funzionari della Sala di consultazione della civica raccolta Bertarelli di Milano. [18] La veduta è contenuta in Nuovo Atlante Corografico, statistico, storico ed idrografico del Regno delle due Sicilie ...di GMB [Giuseppe Bifezzi], Napoli, 1837 e anche successiva edizione del 1845. [19] Si rinvia alla stampa pubblicata in Furlani, Clero secolare … , cit. p. 4 dal titolo “Panorama di Chieti. Cavallerizza e campanile”. [20] “Tempio detto del Tricalle in Chieti”, in “Poliorama Pittoresco” Napoli, 1838, semestre secondo, dal 20 febbraio al 20 agosto 1838, p. 373, a corredo dello scritto di Pasquale De Virgiliis, Il tempio del Tricalle in Chieti, pp. 372-373; “Veduta di Chieti dall’interno di piazza Grande”, S. Puglia lit., in “Poliorama pittoresco”, Napoli, 1841-1842, semestre I, dal 14 agosto 1841 al 5 febbraio 1842, p. 9, a corredo dell’articolo di Gianvincenzo Pellicciotti, Chieti, alle pp. 8-9 e 18-19. [21] La veduta è pubblicata anche in Giuseppina Di Lullo, La corsa dei cavalli barberi. Ipotesi di ricostruzione storica, Bucchianico, Tinari, 1998. [22] Il giglio d"oro : strenna pel 12 gennajo 1855 natalizio di S.M. Ferdinando II re del regno delle Due Sicilie, a cura di Gianvincenzo Cinalli, Chieti, Tip. dell"Intendenza, 1854; la veduta si trova pubblicata anche in Gianfranco Spagnesi, Il palazzo de Majo ..., pp.27-28, e in Giuseppina Di Lullo, La corsa dei cavalli barberi. Ipotesi di ricostruzione storica, Bucchianico, Tinari, 1998, p.5; [23] Sul periodico edito da Del Ponte e Angelone, e diretto da Francesco Vicoli, si vedano le relative schede in Ugo De Luca e Mario Zuccarini, Catalogo dei periodici abruzzesi posseduti dalla Biblioteca provinciale “A.C. De Meis” di Chieti, Chieti, 1971; pp.25-26; Luigi Ponziani, Due secoli di stampa periodica abruzzese e molisana, Teramo, Interlinea, 1990, p.44, [24] Sulla sua opera si veda L’altro Michetti, Quintilio 1850-1943, a cura di Pier Andrea De Rosa, Catalogo della Mostra presso il Museo d’Arte “C. Barbella”, 24 giugno-9 settembre 1995, S. Atto di Teramo, Edigrafital, 1995. [25] Anche Francesco Paolo Michetti fu, a sua volta, autore di alcune “comparsate” sull’"Illustrazione": apparizioni brevi e occasionali ma di qualità altissima. [26] Il Museo d’arte “Costantino Barbella”. Catalogo, (d'ora in poi "Catalogo Museo Barbella"), a cura di Bianca Maria De Luca e altri, S. Atto di Teramo, Edigrafital, 1992, p. 131; l’opera fu acquisita dal Museo nel contesto della donazione Selecchy del 1962. [27] Alfredo Fabrizi, Chieti, in "Le Cento città d'Italia. Supplemento mensile illustrato del Secolo", suppl. al n. 9000 del 25 aprile 1891. [28] Gustavo Strafforello, Provincie di Aquila, Chieti, Teramo, Campobasso, Torino, Utet, 1899, collana La Patria. Geografia dell'Italia. [29] Siro Corti, La provincia di Chieti, Torino Paravia, 1890 (con illustrazioni) e Palmiro Premoli, L’Italia geografica illustrata, adorna di finissime incisioni, corredata dalle carte geografiche delle regioni compilate sui più recenti documenti, vol. I, Milano, Sonzogno, 1891, con belle veduta di Chieti: panorama, Tricalle, varie chiese. [30] Si rinvia qui in modo specifico a Chieti nell’Ottocento, a cura di Bianca De Luca e Vladimiro Furlani, Roma, Editalia, 1996; e Vladimiro Furlani, Clero regolare …cit. [31] La prima serie della "Illustrazione Abruzzese" di Basilio Cascella è stata recentemente ristampata in edizione anastatica dall’Edigrafital di S. Atto di Teramo. [32] Il dipinto, qui pubblicato in antiporta, è conservato nella Collezione famiglia Rapposelli-Di Carlo. [33] Si veda "Catalogo Museo Barbella". [34] L’immagine è nel "Catalogo Museo Barbella" … cit., anche in bozzetto (cfr p.141) [35] Cfr "Catalogo Museo Barbella"… cit., p. 141. [36] A titolo puramente indicativo abbiamo estrapolato dall’elenco dei dipinti non esposti le seguenti opere relative alla città di Chieti: Filippo Anivitti: “Mercato rionale”; Claudia Brugnera: “Veduta di Chieti Scalo”; Vincenzo Carmignani [sic, ma probabilmente Cermignani]: “Veduta di Chieti”; Tommaso Cascella: “Chieti città libera”; Gianni Consalvi: “ Veduta di Chieti da via Asinio Herio”; Gianni Consalvi: “Chieti”; Renato De Luca: “Veduta di Chieti da Largo Cavallerizza”; Renato De Luca: “Via dei Crociferi a Chieti”; Iole D'Ortona: “Veduta di Chieti con campanile”; Luciano Gasbarri: “Periferia di Chieti”; Giuseppe Miti: “La chiesa di S. Maria del Tricalle”; Joska Murinko: “Veduta di Chieti”; Saro di Vincenzo: “ Scorcio delle torri di Palazzo de Majo da via Cauta”; Camillo Scocco. Portale della cattedrale di Chieti”; Amerigo Vicaretti: “Veduta di Chieti”; Gabriele Vitacolonna: “Panorama fantastico di Chieti”; la pagina Internet del Museo Barbella che riporta l’elenco delle opere non esposte si trova all’indirizzo: http://aevo.homeunix.org/muvi/museobarbella/testi/nonesposte.html. [37] “Immagini di Chieti”, Chieti, Museo Barbella, 22 dicembre 1993 - 19 febbraio 1994. L’informazione è ricavata dall’invito alla Mostra. [38] Mi limito quindi a segnalare il sito Internet dedicato da Lucio De Marcellis ai componenti della famiglia degli Aurini: Ernesto, qui citato, che fu pittore, fotografo e caricaturista; Fernando, giornalista Rai; Guglielmo, critico e storico dell’arte con una spiccata abilità nella caricatura; Raffaele straordinario bibliografo, autore del Dizionario della gente d’Abruzzo. Tutti teramani di nascita e tutti, in modi diversi, profondamente legati alla città di Chieti. Il sito Internet dedicato alla famiglia Aurini, è consultabile all’indirizzo: “http://xoomer.virgilio.it/aurini”. [39] Deludente nel merito è il contenuto della Voce “Giustino (santo)” in Bibliotheca Sanctorum, Roma, Città Nuova, 1961-2000, ad nomen, assolutamente priva di qualsiasi riferimento iconografico; si citano invece i seguenti articoli che in modo specifico riguardano l’argomento qui trattato, l’uno è del bibliotecario della "De Meis", Francesco Verlengia, Nella Cattedrale di Chieti: la più antica immagine di S.Giustino, in “Il Messaggero”, Roma, 11 febbraio 1943; l’altro del prolifico studioso del Patrono di Chieti, Terzino Tatasciore, Le più significative opere nella pittura e nella scultura intorno al Patrono di Chieti San Giustino nell’arte, in “L’Amico del popolo”, Chieti, 13 maggio, 1962. [40] Chieti, Stamperia del Petrarca, 1835, pubblicata in Vladimiro Furlani, Clero regolare e secolare e disegno dell’Architettura sacra a Chieti, Bucchianico, Tinari, 1998, p. 33. [41] G. Spagnesi, Palazzo De Majo ... cit. p.98-99 e anche Francesco Verlengia, Chieti del '600 in una rappresentazione pittorica religiosa a S.Gaetano, in "Il Messaggero", 1 luglio, 1943; di scarsa utilità a fini iconografici è la lettura della Voce in Bibliotheca Sanctorum, ad nomen. [42] Furlani, Clero regolare … cit., p. 45, il cui originale è segnalato presso la Biblioteca provinciale De Meis di Chieti. Le due immagini sono pubblicate in pagine affiancate nel volume Chieti nell’Ottocento … cit., ad indicem. [43] Uno splendido S.Emidio in ceramica castellana (forse ottocentesco) è conservato ancora oggi a Teramo, all’interno di una edicola votiva, sul muro esterno di una casa del popolare quartiere di Santo Spirito. [44] Fu la cittadina di Campli uno dei principali centri di produzione e commercio di questa importantissima iconografia popolare che tanta diffusione ebbe fino agli inizi del Novecento e che in modo così marcato caratterizzò la fede quotidiana della nostra gente. Per un approfondimento sul tema si segnala il bel lavoro di Nicolino Farina, Santari e santarellari. Un mestiere scomparso di venditori itineranti d’immaginette devozionali del circondario di Campli, Teramo, Emmegrafica, 2000. [45] La Pianta di Chieti è in Zampi, Piante di varie città del Regno militarmente estratte dal Reg.o Geog.o Zampi, conservata presso la Sezione Manoscritti della Biblioteca Nazionale di Napoli; la pagina con le planimetrie abruzzesi dello Zampi è riprodotta in Diego Maestri, Mario Centofanti, Antonio Dentoni Litta, Immagini di un territorio. L’Abruzzo nella cartografia storica 1550-1850, L’Aquila, 1992, p. 100. [46] Cfr Furlani, Clero regolare … cit., p. 7. [47] Le planimetrie relative sono oggi conservate presso l’Archivio di Stato di Chieti. [48] Pasquale Tunzi, La “Provincia di Abruzzo Citra” negli atlanti ottocenteschi del Regno e la coeva rappresentazione manuale di Chieti, in Chieti e il suo territorio. Luoghi, immagini, figure, a cura di Ciro Robotti, Lecce, Edizioni del Grifo, 1998, pp. 211-231. [49] Roberto Mascarucci, Chieti: i progetti di piano nella trasformazione della città, in Una trasformazione inconsapevole. Progetti per l’Abruzzo adriatico (1922-1945), a cura di Maurizio Morandi, Roma, Gangemi editore, 1992, pp. 84-111; Simona Troilo, Chieti tra Otto e Novecento, in “Storia urbana”, a. XXI (1997), n. 79, aprile-giugno, pp. 127-166. [50] Gianfranco Spagnesi, Il Palazzo de Majo e l’architettura barocca a Chieti, Roma, Multigrafica, 1981. [51] Come essenziale riferimento bibliografico per gli artisti abruzzesi e chietini in particolare si propone Raffaele Aurini, Dizionario bibliografico della gente d’Abruzzo, voll. 5, Teramo, 1952-1973, ora in nuova edizione aggiornata, 5 voll., a cura di Fausto Eugeni, Luigi Ponziani, Marcello Sgattoni, Colledara, Andromeda, 2002; Damiano Venanzio Fucinese, Arte e archeologia in Abruzzo. Bibliografia, Roma, Officina, 1978; si veda anche il più recente Maria Agnifili, Artisti abruzzesi dal Medioevo ai giorni nostri, Sambuceto, Brandolini, 2000. [52] Li elenchiamo in ordine alfabetico: Ernesto Aurini, Igino Carli, Vincenzo e Lelio Cinalli, Filippo Cirillo, Lelio De Francesco, Germano Fasoli, E. Flammini, Alessandro Francese, Alfonso Galassi, Giuseppe Obletter (Chieti), Alfonso Magnarapa Francesco Paolo Michetti (Francavilla), Giovanni Polzinetti, D. e G. Sabatini (quest'ultimo conosciuto anche con la sigla "Fotografia italo-americana (Lanciano), Nicola Anelli, G. De Guglielmo, Filippo Palizzi (Vasto). [53] Fondi archivistici di interesse fotografico sono conservati presso l’Archivio di Stato di Chieti (Fasci di combattimento); Biblioteca provinciale "De Meis" (fondo Janni, collezione Ritratti, fondo di Lelio De Francesco, collezione cartoline); Biblioteca provinciale "M. Delfico" di Teramo (collezione delle cartoline e archivio topografico comprendente anche una cospicua raccolta di manifesti e locandine). [54] Cartoline di Chieti. Immagini della città tra '800 e '900. "Collezione di Giorgio Cornacchia", con interventi di Antonio Iezzi, Enrico Di Carlo, Giuliano Di Menna, Giorgio Cornacchia, Bucchianico, Tinari, 1996; da segnalare che in "Mostra d'arte antica abruzzese. Bollettino", Chieti, Marchionne, 1905, sono riportate in copertina due serie delle cartoline edite all'epoca da Camillo Marchionne. [55] In numero di alcune centinaia si contano le cartoline di Chieti e provincia presenti nella collezione della "Delfico" a Teramo: complessivamente 10.000 pezzi, con oltre 3000 di interesse abruzzese. La collezione è interamente catalogata e si sta provvedendo alla digitalizzazione delle immagini per la consultazione online. [56] È il caso dei fascicoli delle Cento città d'Italia (1888), delle pubblicazioni di Siro Corti (1890), Palmiro Premoli (1891) e, più tardi, nel 1899, di Gustavo Strafforello. [57] Il saggio della Miraglia è precedente ad esempio anche al celebre volume di Piero Becchetti, Fotografi e fotografia in Italia, 1839-1880, Roma, Quasar, 1978 con il primo censimento degli studi fotografici italiani, che così importante è stato nel favorire analoghe iniziative nelle singole regioni. [58] Documenti fotografici dei paesi della provincia di Chieti negli anni '30, Catalogo della Mostra documentaria, Bucchianico 6-15 agosto 1992, Ari, Tinari, 1992. [59] Il termine Opac sta per Online Public Access Catalogue. L'Opac del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) raccoglie i cataloghi in linea delle più importanti biblioteche italiane. [60] Tra gli altri, il Polo SBN di Teramo comprende i cataloghi in linea della Biblioteca provinciale "Delfico" di Teramo, della "D'Annunzio" di Pescara, dell'Università degli studi di Teramo. [61] Raffaele Aurini, Dizionario bibliografico della gente d’Abruzzo, voll. 5, Teramo, 1952-1973, ora in nuova edizione aggiornata, 5 voll., a cura di Fausto Eugeni, Luigi Ponziani, Marcello Sgattoni, Colledara, Andromeda, 2002. [62] Damiano Venanzio Fucinese, Arte e archeologia in Abruzzo. Bibliografia, Roma, Officina, 1978; Id., Storiografia e restauro architettonico in Abruzzo. Con un saggio bibliografico, Roma, Multigrafica, 1991. [63] Mario Zuccarini, Contributi alla bibliografia abruzzese, serie prima, prefazioni di Giorgio de Gregori e Francesco Verlengia, Chieti, tip. Moderna, 1956; Id., Bibliografia abruzzese, Chieti, Zappacosta, 1980; Id., Bibliografia abruzzese, 2. serie, introduzione di Walter Capezzali, L'Aquila, Deputazione abruzzese di storia patria, 1990; Id., Bibliografia abruzzese, 3. serie, introduzione di Walter Capezzali, L'Aquila, Deputazione abruzzese di storia patria, 1995, Id., Bibliografia abruzzese, 4. serie, a cura di Umberto Russo, introduzione di Walter Capezzali, L'Aquila, Deputazione abruzzese di storia patria, 1999, stampa 2000.
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bibliografia |
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1859-1860 - “Album pittorico letterario abruzzese”, Chieti, Tip. del Vecchio, 1859-1860. Periodico quindicinale diretto da Francesco Vicoli. Sullo stile dell’“Omnibus pittoresco” e del “Poliorama pittoresco”. Ricco di iconografia di interesse abruzzese. Vari numeri del periodico sono consultabili presso la Biblioteca provinciale “A.C. De Meis” di Chieti e la Biblioteca provinciale “M. Delfico” di Teramo. 1889 - Vincenzo Bindi, Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi, Studi di V.B., Napoli, Giannini, 1889, vol. II, tavole. Prima grande pubblicazione illustrata con fotografie e primo repertorio iconografico d'Abruzzo. Punto di partenza obbligato per ogni successivo sviluppo. I lavori preparatori di questa grande opera occuparono l'autore per diversi anni durante i quali fu attivata una impressionante rete di contatti con studiosi, artisti, ingegneri, fotografi e tipografi molti dei quali prestarono gratuitamente la loro opera per la realizzazione dell'importante volume. Presso la Biblioteca di Giulianova a documentazione dell'impresa realizzata resta un monumentale carteggio che attende di essere studiato nello specifico proprio per ricostruire le tappe attraverso le quali Bindi realizzò una delle imprese editoriali più importanti che abbiano visto la luce in Abruzzo. La serie delle tavole chietine inizia con la veduta della Majella, tratteggiata a matita da Filippo Palizzi (tav.86), alla quale seguono una decina di fotografie raffiguranti portali di chiese, il campanile di San Giustino, tesori e dipinti della Cattedrale. Tra le immagini pubblicate dal Bindi spicca la preziosa veduta del tempio del Tricalle suggestivamente interpretato da Francesco Paolo Michetti. Seguono poi le numerose tavole e vedute relative ai vari paesi dell'antica provincia di Chieti. 1890 - Siro Corti, La provincia di Chieti, Torino, Paravia, 1890 (con illustrazioni). 1891 - Alfredo Fabrizi, Chieti, in "Le Cento città d'Italia. Supplemento mensile illustrato del Secolo", suppl. al n. 9000 del 25 aprile 1891. Il
fascicolo ha avuto numerose riedizioni: Le Cento città d'Italia,
riedizione dell'intera collana a cura della International Advertising
Co. srl, s.l. e s.d., vol.III, serie V, pp.25-32; e in A. Fabrizi, C. De
Laurentiis, Chieti alla fine dell'Ottocento, Chieti, Tabula Fati,
1998, pp.5-31. In nota al titolo il compilatore del fascicolo esplicita
i riferimenti contenuti ai Monumenti del Bindi uscito un paio di
anni prima. Il fascicolo è in parte dedicato a Sulmona. Otto sono le
immagini dedicate alla città di Chieti con le chiese del Carmine, di San
Paolo, di Sant'Antonio abate, di Santa Maria d'Arabona (di Manoppello),
di San Giustino e di Sant'Agostino, il tempio del Tricalle, due vedute
della città una delle quali in prima pagina. Si tratta di incisioni
tratte da fotografie. - Palmiro Premoli, L’Italia geografica illustrata, adorna di finissime incisioni, corredata dalle carte geografiche delle regioni compilate sui più recenti documenti, vol. I, Milano, Sonzogno, 1891, Con belle veduta di Chieti: panorama, Tricalle, varie chiese. 1899 - Gustavo Strafforello, Provincie di Aquila, Chieti, Teramo, Campobasso, Torino, Utet, 1899, collana La Patria. Geografia dell'Italia. La provincia di Chieti è alle pp.139-240. Con apparato iconografico. Le incisioni relative alla città di Chieti sono alle tavole da 38 a 42, tratte da "Le cento città d'Italia". 1905 - Feriae latinae: numero commemorativo delle feste primaverili. Inaugurazione della ferrovia elettrica e mostra di arte antica abruzzese in Chieti. Maggio-Giugno del MCMV. Centesimi quaranta. Francesco Leccese Editore. Libraio nel Corso Marrucino num. 88 in Chieti. Riccamente illustrata. 1908 - Pia Berardi Rinaldi, Beniamino Rinaldi, Dal Tronto al Fortore, Roma, [S. n.], 1908, 96 p. 19 cm. È un sussidiario ad uso delle scuole elementari. Contiene: L’Aquila, Chieti, Teramo, Campobasso: un po’ di storia; Le antiche vie; Arte e artisti in Abruzzo; Antonio De Nino; Le principali città interne: Lanciano, Avezzano, ecc.; Curiosità abruzzesi; Tra i castelli d’Abruzzo; Costumi abruzzesi; Tipi abruzzesi; Novelle. 1912 - Roberto Almagià, Primo saggio storico di cartografia abruzzese, in “Rivista abruzzese di scienze lettere e arti”, XXVII (1912), fascicolo I 1914 - Onoranze a Lelio De Francesco. Chieti Settembre 1914, Pescara, Arti grafiche Fracchia, 1914. Biografia e documenti in occasione dei 25 anni della fondazione dello studio del fotografo teatino. A corredo del fascicolo si pubblica una serie di ritratti, autoritratti e riproduzioni eseguite dal De Francesco. All'interno un breve saggio testimonianza. Lelio De Francesco nelle ricordanze di Domenico Ciampoli, con il ritratto del letterato. 1923-1926 - Il Mezzogiorno fotografico. Organo tecnico e di classe, Chieti, Arti grafiche, 1923-1926. Rivista mensile fondata e diretta da Lelio Cinalli. Le annate 1925 e 1926 sono presenti nella emeroteca della biblioteca provinciale De Meis di Chieti. 1925 - Lelio Cinalli, Il Prof. Cav. Lelio De Francesco commemorato nel 3° anniversario della sua morte, in "L'Indipendente", Chieti, 12 aprile 1925. Testo del discorso commemorativo dell'artista chietino. 1926 - Vincenzo Cinalli, L'arte della fotografia, Lanciano, ed. L'Ascesa, 1926. Rarissimo opuscolo di 30 pp. redatto dal fotografo teatino. In apertura breve nota su Cinalli del quale, tra l'altro, si dice: Artista-fotografo. Presidente dell'Associazione fotografi professionisti di Chieti. Presidente del Congresso fotografico regionale (Chieti, 1 settembre 1925). Segretario generale dell'Esposizione artistica fotografica (Chieti, 5-15 maggio 1926). L'opuscolo è articolato in cinque parti che recano i seguenti titoli: 1. Un po' di storia dell'arte fotografica; 2. Scienza ed arte; 3. Politica ed arte; 4. Applicazioni e invenzioni che collocano la fotografia tra le arti belle; 5. Bibliografia. Copia dell'opuscolo è consultabile presso la Biblioteca provinciale "M. Delfico" di Teramo. 1927 - Giuseppe Mezzanotte, Chieti la città aerea, Milano, Sonzogno, 1927, 16 p., ill., 30 cm. (Le cento città d’Italia). Contiene molte illustrazioni e notizie sulla storia, sulle leggende, sugli uomini illustri e sull’arte della Città di Chieti. Tra le leggende è riferita quella di S. Giustino che sotto forma di leggiadro uccello mise in fuga l’esercito saraceno che assediava la città; Quella della scultura di Porta S. Giovanni che, spostata, è tornata sempre al suo posto; Quella del corpo di S. Marco venuto da Venezia a Chieti per protesta contro un ordine del senato; Quella di S. Pelino; Quella della Madonna delle Grazie; Quella della Madonna della Catena e quella del monastero di Santa Maria. Le leggende sono quasi tutte tratte dalla Historia della città di Chieti del Nicolino. 1927-1928 - Ignazio Carlo Gavini, Storia dell'architettura in Abruzzo, 2 voll., Milano-Roma, Bestetti e Tumminelli, 1927-1928. I due volumi contengono un imponente apparato iconografico. Le fotografie furono in parte scattate dallo stesso Gavini nel corso degli anni. Si direbbe che alcune di esse siano di molto più antiche degli anni Venti. Per quanto riguarda la città di Chieti dall'indice delle illustrazioni si desumono i seguenti soggetti fotografati: Chiesa Cattedrale di San Giustino (da vari punti di vista e con molti particolari), chiese di S.Agata, S.Maria della Civitella, S.Antonio, S.Domenico, S.Francesco e Torre del palazzo Vescovile. - Vincenzo Balzano, Abruzzo e Molise, Torino, Utet, 1927, nella collana La Patria. Geografia d'Italia (Monografie regionali illustrate). Sul frontespizio: con una carta geografica d'insieme, quattro tavole in calcromia e 160 figure, cartine e disegni. Volume inserito nella nuova serie della collana La Patria caratterizzata, rispetto alla precedente curata da Strafforello, proprio dall'uso del mezzo fotografico. Città e provincia di Chieti sono alle pagine 151-170 con fotografie di Vetta, De Francesco e altri. 1943 - Francesco Verlengia, Nella Cattedrale di Chieti: la più antica immagine di S. Giustino, in “Il Messaggero”, Roma, 11 febbraio 1943. 1948 - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Club Italiano, 1948. Sul frontespizio: con 431 incisioni in nero, una carta geografica. Si tratta in assoluto di uno dei più bei volumi che siano stati realizzati sull'Abruzzo. Con scritti di Ignazio Silone, Umberto Chierici, Alberto Riccoboni, Claudia Merlo, Francesco Jovine e Panfilo Gentile, autore quest'ultimo dello scritto che introduce la parte riguardante Chieti e la sua provincia (pp.161-198). Le foto della città di Chieti, parte delle quali firmate dai fratelli Alinari di Firenze, sono alle pp. 165-170. 1952 - Raffaele Aurini, Dizionario bibliografico della gente d’Abruzzo, voll. 5, Teramo, 1952-1973, ora in nuova edizione aggiornata, 5 voll., a cura di Fausto Eugeni, Luigi Ponziani, Marcello Sgattoni, Colledara, Andromeda, 2002; Con i profili bio-bibliografici di numerosi artisti abruzzesi. 1962 - Gaetano Sabatini, Saggio bibliografico di mappe e panorami d’Abruzzo, in “Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria”, Anno 1957-60, L’Aquila, 1962. La città di Chieti è trattata alla p. 249. - Terzino Tatasciore, Le più significative opere nella pittura e nella scultura intorno al Patrono di Chieti San Giustino nell’arte, in “L’Amico del popolo”, Chieti, 13 maggio, 1962. 1965 - Abruzzo-Molise: L’Aquila e il Gran Sasso. Teramo Atri e Giulianova. Pescara e Chieti. Lanciano e la Frentania. Sulmona e la Maiella. Avezzano e la Marsica. Campobasso e Termoli. Isernia e la Valle del Volturno, Firenze, Sansoni, 1965, 323 p., ill., 32 cm. Fa parte della collana di regioni italiane: Tuttitalia: enciclopedia antica e moderna. 1970 - Abruzzo Molise, Milano, Touring Club Italiano, 1970. (Attraverso l’Italia. Nuova serie). Con panorami, veduta della Cattedrale, del corso Marrucino, della zona dei Tempietti romani e altro. 1972 - Cartografia generale del Mezzogiorno e della Sicilia, a cura di Ernesto Mazzetti, Napoli, ESI, 1972, 2 voll. - Mario Moretti, Restauri d'Abruzzo, Roma, De Luca, 1972. Schede informative e documentazione iconografica sui seguenti monumenti chietini: Sant'Agata (p.447), Santa Maria della Civitella (p.540), Sant'Antonio abate (p.542), San Giustino (p.549), San Francesco di Paola (p.613), Torre del palazzo Vescovile (p.850). Numerosissimi sono i riferimenti a monumenti ubicati nella provincia teatina. 1973 - Chieti e mons. Venturi, a cura di don Renato Aurini e Mario Zuccarini, Chieti, Marchionne, 1973. Scelta di fotografie che documentano vari aspetti della vita del Vescovo di Chieti. 1975 - Marina Miraglia, Francesco Paolo Michetti fotografo, Torino, Einaudi,1975. Si tratta della prima opera sull'attività fotografica di Francesco Paolo Michetti. Il volume presenta oltre 150 fotografie tratte dall'archivio del pittore fotografo abruzzese, archivio che fu in seguito acquistato dalla fondazione Alinari di Firenze. 1978 - Damiano Venanzio Fucinese, Arte e archeologia in Abruzzo. Bibliografia, Roma, Officina, 1978. Principale manuale di Bibliografia realtivo alla Storia dell'arte in Abruzzo. Con indici analitici relativi, tra l'altro, ad artisti e a località. - Piero Becchetti, Fotografi e fotografia in Italia, 1839-1880, Roma, Quasar, 1978. Primo lavoro di censimento dei fotografi italiani. Con numerosi nominativi abruzzesi alcuni dei quali si riferiscono a Chieti e provincia. 1979 - Gaetano Miarelli Mariani, Monumenti nel tempo. Per una storia del restauro in Abruzzo e nel Molise, Roma, Carucci, 1979. Opera corredata di approfondito indice analitico. Dalla voce Chieti si ricava l'elenco dei titoli delle immagini fotografiche presenti. 1981 - Gianfranco Spagnesi, Il Palazzo de Majo e l’architettura barocca a Chieti, Roma, Multigrafica, 1981. Libro fondamentale per la realizzazione di un inventario generale e per una lettura dell'Iconografia teatina. Contiene fotografie, incisioni e soprattutto planimetrie. 1983 - Fulvio Roiter, Terra d’Abruzzo, L’Aquila, Marcello Ferri Editore, 1983. Con veduta aerea del Centro storico. - Soprintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici per l'Abruzzo, Tutela dei beni culturali in Abruzzo, L'Aquila, M. Ferri, 1983. Catalogo della Mostra. 1984 - Gli Abruzzi in cartolina 1898-1940, da un'idea e a cura di Domenico Trecco, con la collaborazione di Franco Capaldi, L'Aquila, presso lo Stabilimento Litotipografico Gran Sasso, 1984. Circo 50 sono le cartoline relative a Chieti città, alle pp. 149-163. Le cartoline della provincia di Chieti sono alle pp. 164-269. - Maria Teresa Piccioli, Villa Frigerj, Chieti, Solfanelli, 1984. Studio storico critico con ricco apparato iconografico relativo soprattutto alla Villa oggi sede del Museo archeologico. 1985 - Breve storia di Chieti, a cura di Antonio D'Almonte, Chieti, tip. Brandolini, s.d. [ma 1985] Piccola storia illustrata della città. L'opuscolo è curato per iniziativa dell'ANAF (Associazione nazionale arti fotografiche). - Filippo Canci, "Chieti allo specchio" in una mostra di vecchie foto, in "Gazzetta di Chieti", 1 dicembre 1985. Notizia della mostra "Chieti ieri ... oggi", tenuta nel novembre 1985 alla "Bottega d'Arte". - Gabriele Obletter, Maria Teresa Piccioli, Arturo De Martiis, Il patrimonio archeologico della città di Chieti: sintesi delle conoscenze, Chieti, Solfanelli, 1985. Importante corredo iconografico con numerose foto storiche. - Giovanni Titta Rosa, Immagini dell'Aquila ed altre immagini d'Abruzzo; prefazione di Renato De Ritis, Bologna, M. Boni Editore, 1985, 185 p., tav., 22 cm. (Viaggi in Italia; 7). Con un’immagine di Chieti. 1986 - Bruno Vespa, Uliano Lucas, Abruzzo Abruzzi, Como, Arti Grafiche Fontana, 1986. Di grande effetto le sei fotografie del centro storico di Chieti. - Gaetano Meaolo, Venerdì santo a Chieti, Chieti, Solfanelli, 1986. 1987 - Abruzzo; fotografie di Roberto Meazza, [Milano], Touring Club Italiano, 1987, 200 p., ill., 28 cm. (Attraverso l'Italia). Foto del corso Marrucino, del Teatro, del Museo e della processione del Venerdì Santo. - Donatello D’Orazio, Quella stagione di Chieti, Chieti, Solfanelli, 1987. Lo splendido libro postumo del giornalista chietino è qui segnalato più per i contenuti che per le immagini. - Chieti e il suo tempo: Mostra di architettura del Settecento a Chieti, Chieti, Solfanelli, 1990. Planimetrie e documentazione fotografica relativa ai principali palazzi della città. 1989 - Massimo Pacifico, Forte e gentile. Presenze e luoghi d'Abruzzo, Firenze, Alinari, 1989. 1990 - Chieti e la sua provincia, a cura di Ugo De Luca, Chieti, Amministrazione provinciale, 1990, 2 voll. Raccolta di studi storici e geografici sulla provincia con sontuoso apparato iconografico, anche di carattere storico. 1991 - Giuseppe F. De Tiberiis, Camillo Gasbarri, Lucia Gorgoni Lanzetta, Eide Spedicato, Chieti. Immagine e memorie, Chieti, Vecchio faggio, 1991. Il volume contiene i seguenti scritti: Giuseppe F. de Tiberiis (Lineamenti di storia teatina), Lucia Gorgoni Lanzetta (Guardando alla città ... ), Camillo Gasbarri (... più da vicino), Eide Spedicato (Gli inventari della memoria); Bibliografia e indice dei nomi a cura di G.F. de Tiberiis. I due interventi di Gorgoni Lanzetta e di Gasbarri contengono serie di immagini commentate con ampia didascalia. Le immagini, come si dichiara in apertura di volume, sono tratte dalla collezione privata di Arturo De Martiis. - Teate antiqua: La città di Chieti, edizione a cura della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, Chieti, Vecchio Faggio, 1991. 1992 - Documenti fotografici dei paesi della provincia di Chieti negli anni '30, Catalogo della Mostra documentaria, Bucchianico 6-15 agosto 1992, Ari, Tinari, 1992. Con scritti di Carmine Viggiani, Giuliano Di Menna, Rossana Bosco. Si pubblicano immagini relative a tutti i paesi della provincia. Si tratta del prezioso materiale proveniente dal fondo delle locali Federazioni dei fasci di combattimento e del Partito nazionale fascista. L'importantissima e cospicua raccolta di fotografie, oggi conservata presso l'Archivio di Stato di Chieti, riguarda non soltanto le pubbliche manifestazioni organizzate dal regime ma anche moltissime foto private. - Gabriele Meo, Da convento a ospedale militare: cinquecento anni di storia, Chieti, Solfanelli, 1992. Con foto della vecchia sede della biblioteca "De Meis". - Diego Maestri, Mario Centofanti, Antono Dentoni Litta, Immagini di un territorio. L’Abruzzo nella cartografia storica 1550-1850, L’Aquila, 1992, p. 100. Uno dei più importanti repertori di cartografia abruzzese. - Roberto Mascarucci, Chieti: i progetti di piano nella trasformazione della città, in Una trasformazione inconsapevole. Progetti per l’Abruzzo adriatico (1922-1945), a cura di Maurizio Morandi, Roma, Gangemi editore, 1992, pp. 84-111. Riguarda la vicenda urbanistica della città trattata sulla base di una importante documentazione grafica. - Il Museo d'arte Costantino Barbella. Catalogo, a cura di Bianca Maria De Luca e altri, s.l., Edizioni Grafiche Italiane, 1992. 1996 - Cartoline di Chieti. Immagini della città tra '800 e '900. "Collezione di Giorgio Cornacchia", con interventi di Antonio Iezzi, Enrico Di Carlo, Giuliano Di Menna, Giorgio Cornacchia, Bucchianico, Tinari, 1996. Con interventi di Giorgio Cornacchia (Premessa), Antonio Iezzi (Il mondo della cartolina illustrata a Chieti), Enrico Di Carlo (Una città da favola), Giuliano Di Menna (I paesaggi della fotografia antica e il paesaggio contemporaneo), Giorgio Cornacchia (Cartoline dalla collezione di Giorgio Cornacchia). Ampie le didascalie che accompagnano le riproduzioni e attenta la documentazione che consente di ricostruire e datare correttamente le singole serie delle cartoline edite a Chieti. - Chieti nell’Ottocento, a cura di Bianca De Luca e Vladimiro Furlani, Roma, Editalia, 1996. Il volume contiene una serie di vedute storiche del capoluogo teatino, dalla celebre "Chietti città reggia", al Pacichelli, fino al Wenzel, per non citare le vedute delle altre città della provincia. Insieme alle vedute il volume contiene una importante serie di ritratti e personaggi in costume popolare, planimetrie, catasti, scorci di monumenti e reperti archeologici riprodotti nei loro particolari. Tra gli artisti che firmano le opere riprodotte citiamo Quintilio Michetti, Luigi Del Giudice, Raffaele Del Ponte, Pietro Piccirilli, Filippo Palizzi. 1997 - Pasquale Tunzi, Il disegno del territorio e della città. L’iconografia a stampa: tra cartografia e vedutismo dal secolo XVI al XVIII, in Chieti città d’arte e di cultura, a cura di Ciro Robotti, Lecce, Edizioni del Grifo, 1997, pp. 187-217. Approfondito studio sulla vedutistica e cartografia di Chieti. Il volume di cui lo scritto è parte va considerato anche nel suo complesso per l'importante contributo che offre alla materia di cui qui si tratta. 1998 - Convento di San Domenico. Palazzo Provinciale, Bucchianico, Tinari, 1998. Con disegni, planimetrie, catasti e foto storiche. - Giuseppina Di Lullo, La corsa dei cavalli barberi. Ipotesi di ricostruzione storica, Bucchianico, Tinari, 1998. Con bella serie di vedute, planimetrie e fotografie. In copertina è l'immagine del dipinto raffigurante San Giustino e la città di Chieti conservato in Cattedrale. - Vladimiro Furlani, Clero regolare e secolare e disegno dell’architettura sacra a Chieti, Bucchianico, Tinari, 1998. Con vedute della città, iconografia di S. Giustino e varia iconografia relativa anche a personaggi storici. - Lampi di memoria tra Otto e Novecento di Giuseppe Magnarapa, Bucchianico, Tinari, 1998. Catalogo della mostra organizzata dalla Sovrintendenza archivistica per l'Abruzzo di Pescara. Vicenda esemplare di una raccolta di fotografie donata dagli eredi dal fotografo e catalogata dai funzionari della Sovrintendenza archivistica che hanno poi provveduto alla organizzazione della mostra e alla pubblicazione del bel catalogo ricchissimo di riproduzione. L'attività di Giuseppe Magnarapa, fotografo dilettante, si presenta di straordinario interesse. - Omaggio a Chieti e alla sua provincia, a cura di Camillo Gasbarri, Chieti, Fondazione della Cassa di Risparmio, [1998] Volume in gran parte illustrato - Simona Troilo, Chieti tra Otto e Novecento, in “Storia urbana”, a. XXI (1997), n. 79, aprile-giugno, pp. 127-166. Si ricostruisce la vicenda urbanistica della città con l'ausilio di una vasta cartografia e documentazione fotografica. - Pasquale Tunzi, La “Provincia di Abruzzo Citra” negli atlanti ottocenteschi del Regno e la coeva rappresentazione manuale di Chieti, in Chieti e il suo territorio. Luoghi, immagini, figure, a cura di Ciro Robotti, Lecce, Edizioni del Grifo, 1998, pp. 211-231. Importante repertorio ragionato di cartografia storica con una interessante e corposa scelta di planimetrie ottocentesche della città. Approfondito studio sulla vedutistica e cartografia di Chieti. Il volume di cui lo scritto è parte va considerato anche nel suo complesso per l'importante contributo che offre alla materia di cui qui si tratta. 1999 - Chieti in bianco e nero, a cura di Nicola Caratelli e Sergio D'Andrea, foto commentate da Camillo Gasbarri, Chieti, 1999. Il volumetto presenta tra l'altro una scelta di diapositive originali eseguite all'inizio del Novecento dal pittore-fotografo Ernesto Aurini. 2000 - Maria Agnifili, Artisti abruzzesi dal Medioevo ai giorni nostri, Sambuceto, Brandolini, 2000. Profili bio-bibliografici. 2001 - Paolo Quinzio, Saverio Selecchy e il suo celebre Miserere, Chieti, Edicola editrice, 2001. Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti di Chieti. - Camillo Gasbarri, Provincia di Chieti: segni di civiltà; foto di Giampaolo e Daniele Senzanonna, Padova, Editrice Italia Turistica, 2000, 125 p., ill., 32 cm. - Quando Chieti rideva di sé. Mostra antologica di caricature e di vignette tra Ottocento e Novecento, Catalogo a cura di Ugo De Luca e Maria Rosaria Grazioso, Teramo, Edigrafital, 2001 Nella prima parte, a cura di Ugo De Luca, si pubblica un album di caricature di vari autori raccolte da Francesco Verlengia all'epoca in cui dirigeva la De Meis. Si riproducono opere di Raffaele Del Ponte, Costantino Barbella, Giuseppe Mezzanotte, Domenico Spezioli, Luigi Scenna, Guglielmo Aurini, Verna. Nella seconda parte, a cura di Maria Rosaria Grazioso, caricature e vignette tratte dai periodici conservati nell’emeroteca della Biblioteca De Meis. 2002 - Raffaele Aurini, Dizionario bibliografico della gente d’Abruzzo, voll. 5, Teramo, 1952-1973, ora in nuova edizione aggiornata, 5 voll., a cura di Fausto Eugeni, Luigi Ponziani, Marcello Sgattoni, Colledara, Andromeda, 2002; Con i profili bio-bibliografici di numerosi artisti abruzzesi. - Giuseppe F. De Tiberiis, Chieti, in L’Abruzzo dall’Umanesimo all’età barocca, a cura di Umberto Russo e Edoardo Tiboni, Pescara, Ediars, 2002, pp. 487-488. Numerosi riferimenti all'iconografia. - Fotografi abruzzesi dell'Ottocento e del primo Novecento, a cura di Corrado Anelli e Fausto Eugeni, Teramo Edigrafital, 2002. Tra le circa 250 fotografie pubblicate numerose sono quelle in qualche modo legate a Chieti, o per il soggetto raffigurato o per il fotografo autore dello scatto. Nell'appendice al volume, nell'elenco dei fotografi abruzzesi censiti fino al 1915 circa, figurano i seguenti fotografi chietini di nascita o che in Chieti operarono: Igino Carli, Vincenzo e Lelio Cinalli, Filippo Cirillo, Lelio De Francesco, Germano Fasoli, E. Flammini, Alessandro Francese, Alfonso Galassi, Giuseppe Obletter, (Chieti), Alfonso Magnarapa Francesco Paolo Michetti (Francavilla), Giovanni Polzinetti, D. e G. Sabatini (quest'ultimo conosciuto anche con la sigla "Fotografia italo-americana (Lanciano), Nicola Anelli, G. De Guglielmo, Filippo Palizzi (Vasto). 2003 - Abruzzo. Immagini del 19° e 20° secolo dagli archivi Alinari, con testo di Antonio del Giudice, Firenze, Alinari, 2003. - Chieti anni Trenta. Mostra fotografica, Museo d’arte “Costantino Barbella”, 24 ottobre - 29 novembre 2003. Catalogo a cura di Ugo De Luca, Miria Ciarma, Raffaele Bigi, Teramo, Edigrafital, 2003, pp.96. Il catalogo mostra una raccolta di fotografie conservate presso la biblioteca provinciale "De Meis" di Chieti. e attribuite al chietino Lelio De Francesco. Circa 120 le fotografie pubblicate, presentate secondo le seguenti sette tematiche: le parate (35 scatti riguardanti il ritorno delle truppe vittoriose dall’Africa); le manifestazioni; i ludi (con 7 immagini raffiguranti con esercizi ginnici e corsa campestre); momenti culturali (con la visita delle autorità ai tempietti romani); lezioni di economia domestica con 12 fotografie raffiguranti gruppi di ragazze in divisa fascista impegnate nell'esecuzione di lavori domestici; foto di gruppo; il quotidiano. - "Rapsodia abruzzese". Le fotografie del Fondo Janni nella Biblioteca De Meis di Chieti, a cura di Fausto Eugeni, Teramo, Edigrafital, 2003. Contiene circa 200 fotografie di vedute abruzzesi tratte dalla collezione privata di Ettore Janni, giornalista del "Corriere della Sera", che lasciò in dono libri e archivio alla biblioteca della propria città. - Tradizione e modernità. L'architettura del ventennio fascista in Chieti e provincia, a cura di Luigi Antonucci e Raffaele Giannantonio, Chieti, Tinari, 2003. Con saggi di Raffaele Giannantonio (Segno e linguaggio nell'architettura 'fascista' in Abruzzo); Lorenzo Leombroni (L'architettura a Chieti tra le due guerre); Riccardo D'Ercole (Architettura del ventennio fascista nella Provincia di Chieti); Luigi Antonucci (Introduzione allo studio del rapporto fascismo-architettura in Chieti e la sua provincia); importante apparato iconografico e documentario con nota bibliografica in coda al volume. 2004 - Chieti provincia d’Europa, in “Ulisse”, a. XXIV, n. 240, marzo 2004 Numero monografico della rivista interamente dedicato alla città di Chieti e alla sua storia, con molte foto storiche e contemporanee. Senza data - L'Italia com'era. Abruzzo, Firenze, Fratelli Alinari, s.d. Pubblicazione per i 150 anni della Fratelli Alinari. Cofanetto contenente 25 immagini di vari autori ma tutte provenienti dagli archivi Alinari, formato 21x27 cm, riprodotte in collotipia. Tre sono le immagini con scorci della città di Chieti: Fratelli Alinari, Chieti. La Cattedrale. La torre stile greco lombardo, 1929; fotografo sconosciuto, Stazione ferroviaria e stazione inferiore della ferrovia elettrica, 1910 ca; fotografo sconosciuto, La Cattedrale, 1920 ca. Tre sono le immagini del territorio provinciale con vedute di Guardiagrele e Torre dei Passeri (Alinari), e Francavilla al mare (Michetti). - Renzo Mancini, Architettura minore nel chietino, 2 voll., Pescara, Litografia Mancini, [s.d.]. - Sito Internet "Biografia e bibliografia di alcuni componenti della famiglia Aurini" a cura di Lucio De Marcellis, all'indirizzo http://xoomer.virgilio.it/aurini |
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